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L'altra verità Formato Kindle
- LinguaItaliano
- EditoreBUR
- Data di pubblicazione5 aprile 2013
- Dimensioni file1.6 MB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B00C7OSTSC
- Editore : BUR (5 aprile 2013)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1.6 MB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Lunghezza stampa : 106 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 4.296 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- Recensioni dei clienti:
Recensioni clienti
- 5 stelle4 stelle3 stelle2 stelle1 stella5 stelle62%22%12%2%2%62%
- 5 stelle4 stelle3 stelle2 stelle1 stella4 stelle62%22%12%2%2%22%
- 5 stelle4 stelle3 stelle2 stelle1 stella3 stelle62%22%12%2%2%12%
- 5 stelle4 stelle3 stelle2 stelle1 stella2 stelle62%22%12%2%2%2%
- 5 stelle4 stelle3 stelle2 stelle1 stella1 stella62%22%12%2%2%2%
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I lettori trovano il libro bello, interessante e di qualità. Lo descrivono come un'opera intensa che descrive la vita dell'autrice in modo poetico e profondo. Apprezzano la scrittura sapiente e la leggibilità scorrevole del testo.
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I clienti affermano che il libro ha un aspetto interessante. Lo descrivono come una bella scoperta, con poesie dolci al contempo. Inoltre, lo considerano una biografia realistica e scorrevole.
"...strazianti,............. toccanti.....dolci.....bel libro e bellissime poesie.... grazie Alda...per tutti i tuoi scritti e per la tua vita..." Visualizza altro
"...precaria e alternata durante il ricovero, analitica e molto realista una volta rientrata nella società, in questo piccolo libro Alda urla al mondo..." Visualizza altro
"Bellissimo" Visualizza altro
"...Molto bello" Visualizza altro
I clienti apprezzano la qualità del libro. Lo descrivono come un diario di Alda Merini, intenso e piacevole da leggere. Inoltre, lo considerano un romanzo autentico che trasporta il lettore nel mondo dell'arte contemporanea.
"Racconti, veri, strazianti,............. toccanti.....dolci.....bel libro e bellissime poesie.... grazie Alda...per tutti i tuoi scritti e per la..." Visualizza altro
"Buon libro" Visualizza altro
"...chiusa nella clinica psichiatrica Paolo Pini di Milano, un romanzo autentico dove si può tastare ogni tortura, sentimento di smarrimento e dove la..." Visualizza altro
"Bel libro,dove si evince tutta la sofferenza dell' autrice ma veramente troppo, troppo ripetitivo." Visualizza altro
I clienti apprezzano la scrittura del libro. Affermano che è profondo nel percorso di vita dell'autrice, poetico e esplicito in ogni aforisma.
"...Toccante ed esplicito, oltre a ricordare la prigionia, Alda cerca di sensibilizzare la situazione che in quegli anni era vissuta dai malati nei..." Visualizza altro
"...si tratta di una raccolta di ricordi, poesie, lettere d'amore e pensieri di Alda Merini in merito ai 10 anni di ricovero in manicomio, prima che..." Visualizza altro
"Pura poesia." Visualizza altro
"...Letteralmente divorato in tre gg ...toccante, poetico, crudele e dolce al contempo. Semplicemente bellissimo!" Visualizza altro
I clienti affermano che il libro si legge in un fiato, con una narrazione schietta. Inoltre, dicono che la scrittura è buona e che arriva dritto al punto.
"Corto, veloce ma affilato come un coltello...." Visualizza altro
"...Un pó lento per i miei gusti, ma molto interessante e istruttivo, apre gli occhi su molte dimensioni spesso sottovalutate. Consigliatissimo!" Visualizza altro
"Scritto con un linguaggio semplice, un fiume di pensieri. È come un diario vero e proprio" Visualizza altro
"...Comunque, il testo scorre molto bene, veloce, direi anche troppo, avrei preferito più dettagli sia descrittivi che psicologici ma, va considerato..." Visualizza altro
I clienti affermano che il libro è interessante, scorrevole e una raccolta di pensieri e fatti relativi all'esperienza dell'autrice nel manicomio.
"Racconti, veri, strazianti,............. toccanti.....dolci.....bel libro e bellissime poesie.... grazie Alda...per tutti i tuoi scritti e per la..." Visualizza altro
"...Un pó lento per i miei gusti, ma molto interessante e istruttivo, apre gli occhi su molte dimensioni spesso sottovalutate. Consigliatissimo!" Visualizza altro
"Scritto con un linguaggio semplice, un fiume di pensieri. È come un diario vero e proprio" Visualizza altro
"...Senza dubbio però una lettura interessante." Visualizza altro
I clienti trovano il libro emozionante. Affermano che fa trasparire bene le emozioni vissute dalla poetessa, toccando le corde più profonde del cuore. Ritengono che sia vivo, esprimendo una vitalità intensa ed espressione viva.
"...sentimento di smarrimento e dove la malattia, il disturbo bipolare, è vivido...." Visualizza altro
"...assopita dalle varie terapie , mentre al contempo la sua anima urlava forte una vitalità ed evoluzione sentimentale nei confronti degli altri..." Visualizza altro
"consiglio per una lettura tranquilla e piacevole." Visualizza altro
"Tocca magistralmente l’anima ❣️" Visualizza altro
I clienti trovano il libro piacevole. Affermano che è toccante, dolce e sincero come un primo bacio.
"Racconti, veri, strazianti,............. toccanti.....dolci.....bel libro e bellissime poesie.... grazie Alda...per tutti i tuoi scritti e per la..." Visualizza altro
"...In ogni caso, soddisfacente e gradevole, da leggere sicuramente come primo libro di questa scrittrice per capire quello che è stata la vita in..." Visualizza altro
"Dolcezza, è tutto quello che mi rimane oltre il dolore." Visualizza altro
"...Parla di amore ma non nel modo più classico." Visualizza altro
I clienti trovano il libro molto toccante.
"Racconti, veri, strazianti,............. toccanti.....dolci.....bel libro e bellissime poesie.... grazie Alda...per tutti i tuoi scritti e per la..." Visualizza altro
"...Toccante ed esplicito, oltre a ricordare la prigionia, Alda cerca di sensibilizzare la situazione che in quegli anni era vissuta dai malati nei..." Visualizza altro
"Alda Merini racconta della sua vita in manicomio e spesso è molto toccante conoscere i trattamenti con farmaci e umani riservati fino a qualche..." Visualizza altro
"Crudo e toccante. Un libro che si legge tutto d'un fiato." Visualizza altro
Recensioni con immagini

Immensa Alda...
Recensioni migliori da Italia
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- Recensito in Italia il 10 agosto 2024Racconti, veri, strazianti,............. toccanti.....dolci.....bel libro e bellissime poesie.... grazie Alda...per tutti i tuoi scritti e per la tua vita raccontata ,❣️
...
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- Recensito in Italia il 4 gennaio 2025Buon libro
- Recensito in Italia il 1 febbraio 2022Racconto autobiografico relativo ai 10 anni di ricoveri per disturbo bipolare, che Alda ha scritto forse più per testimoniare una realtà di cui poco si parlava che per ricordare il periodo più tormentato della sua vita, allo stesso tempo da lei avvertito come l'incontro più profondo con la propria anima. In questa una testimonianza c'è il fondamento della sua bivalenza,
"Eppure, sotto la diagnosi serpeggiava quieta la mia anima dolce, rasserenante, un'anima che non era mai stata tanto luminosa e vitale...
...
Così in questo modo gentile adoperai il silenzio, e mi venne fatto di incontrarvi il mio io, quell'io identico a se stesso, che non voleva, non poteva morire."
Alda era molto giovane al tempo del primo prolungato ricovero, sebbene fosse già madre di due figlie. Nelle prime pagine descrive ciò che ricorda del periodo pre-ricovero, di quella "stanchezza" che le intorpidiva la mente nella quotidianità e che poi sfociò in tristezza, esaurimento emotivo, depressione a seguito della morte della madre. Scrive,
"... un giorno, esasperata dall'immenso lavoro e dalla continua povertà e poi, chissà, in preda ai fumi del male, diedi in escandescenze e mio marito non trovò di meglio che chiamare un'ambulanza, non prevedendo certo che mi avrebbero portata in manicomio".
La prima parte del libro è un insieme di notizie, confuse e ripetute, su quanto percepiva al tempo della propria situazione clinica e sull'andamento delle giornate al Paolo Pini. Si alternavano in lei guerra e pace, buio e luce, periodi di apparente lucidità (".. la Capa mi sgridava dicendo che io ero una girandolona. Ma a me non me ne importava nulla. Invece mi importava di aver raccolto del materiale umano, di avere, qualche volta, compreso, educato e consolato.") ad altri di cui non ha mantenuto memoria ("cadevo in confusione e vi rimanevo per mesi e mesi, e di quel tempo non ricordo nulla."). Durante questi anni più volte si è tentata la sua riabilitazione all'esterno, che però sfortunatamente non dava buoni risultati a lungo termine. La Merini, essere solitario ma affamato di contatto, di calore umano, rielabora e racconta di come riuscì anche in quel contesto a intrecciare rapporti con diverse persone, identificandole con una sola lettera iniziale quasi sempre. In alcuni di questi rapporti trasudano le tracce di quella pulsione carnale, viscerale, primitiva che contraddistingue la maggior parte delle sue opere. Poi a un certo punto, imbottita di farmaci, perde anche la propria sessualità, si aggrappa e si ciba di rapporti affettivi puri, fatti di baci innocenti e rotolate sul prato. Ma resta, in fondo, quell'insidioso e insaziabile appetito d'amore puro, che talvolta viene appena lenito dalla spiritualità, dall’incontro potente con la natura. Un rapporto di grande spessore è stato quello con un dottore, il dott. G., con il quale intraprese un percorso di recupero psicoterapeutico. Alda prova finalmente qualcosa di "immenso" nei confronti di questo dottore che cerca di aiutarla in tutti i modi, fiducia, affidamento. Commuove il racconto di quando il dottor G. le dà la possibilità di utilizzare una macchina da scrivere e le dice "Vai, vai, scrivi". Penso che quel momento avrà rappresentato per Alda l'esplosione dell'anima, delle emozioni sopite, perdute, rincorse, desiderate. Il risveglio del sentire, il dargli voce e con la sua potenza espressiva semplice ma tanto viscerale, innata. È la poesia la primaria pulsione che alimenta la sua vita, la sfama e allo stesso tempo la tiene ancorata al presente. Scriverà in seguito,
“Se fossi completamente guarita, mi ergerei certamente giudice, e condannerei senza misura. Ma molti, tutti, metterebbero in forte dubbio la mia sincerità in quanto malata. E allora ho fatto un libro, e vi ho cacciato dentro la poesia, perché i nostri aguzzini vedano che in manicomio è ben difficile uccidere lo spirito iniziale, lo spirito dell’infanzia, che non è, né potrà mai essere corrotto da alcuno.”
Dal silenzio della sua introspezione, precaria e alternata durante il ricovero, analitica e molto realista una volta rientrata nella società, in questo piccolo libro Alda urla al mondo, con delicatezza, le sue grandi mancanze, i suoi traumi, i dolori che tutti prima o poi siamo portati ad affrontare, e che lei si è trovata ad affrontare in pratica sola con se stessa, tra le mura del Pini. Eccone uno, molto significativo,
"Una volta io, Alda Merini, rubai un paio di ciabatte.
...
Da allora venni chiamata ladra, di fronte a tutti. E questo per diversi mesi. E fui segregata in uno stanzino di sicurezza, perché non ribassi più. Quando il dottor G. mi chiese perché l'avevo fatto, io risposi che quelle ciabatte mi ricordavano le ciabatte di mia madre, di cui sentivo tanto il bisogno."
A fondo libro l’autrice aggiunge elementi utili a capire quella contraddizione che traspare sull’esperienza, accentuata dalla confusione “voluta sul testo” (“sta a indicare che non esiste la contemporaneità del dolore”), sul senso delle sue intenzioni, e quasi sconfessa parte del dolore raccontato, riconoscendo i parametri della malattia (“Con questo volume Alda Merini mette a disposizione degli altri le sue esperienze, per un proficuo esito della psicoanalisi e per un’emancipazione umanistica della psichiatria”); e ancora,
“Io mi auguro che la malattia di mente venga finalmente sfatata e ricondotta alla sua vera base, che è un disturbo della emotività.”
Riflessioni leggendo questo libricino se ne possono fare diverse. Quanto ci penalizzano le ferite del passato mai rimarginate? Quanto può costare non volerle riconoscere, non chiedere aiuto, non affrontarle alle prime avvisaglie di difficoltà? Quanto può precipitare in fretta l'equilibrio emotivo, mentale e quindi del corpo? E quanto può essere profondo l'abisso? Quanto è preziosa la libertà?
Chiudo riportando un estratto della prefazione a cura di G. Manganelli, che descrive in modo impeccabile l'abisso dell’immensa anima di Alda Merini ❤️
"Quello spazio è insieme chiuso e spalancato; esclude il 'mondo' ma penetra in una profondità vertiginosa, donde sale una intollerabile dolcezza di fiamme e di luce."
Racconto autobiografico relativo ai 10 anni di ricoveri per disturbo bipolare, che Alda ha scritto forse più per testimoniare una realtà di cui poco si parlava che per ricordare il periodo più tormentato della sua vita, allo stesso tempo da lei avvertito come l'incontro più profondo con la propria anima. In questa una testimonianza c'è il fondamento della sua bivalenza,
"Eppure, sotto la diagnosi serpeggiava quieta la mia anima dolce, rasserenante, un'anima che non era mai stata tanto luminosa e vitale...
...
Così in questo modo gentile adoperai il silenzio, e mi venne fatto di incontrarvi il mio io, quell'io identico a se stesso, che non voleva, non poteva morire."
Alda era molto giovane al tempo del primo prolungato ricovero, sebbene fosse già madre di due figlie. Nelle prime pagine descrive ciò che ricorda del periodo pre-ricovero, di quella "stanchezza" che le intorpidiva la mente nella quotidianità e che poi sfociò in tristezza, esaurimento emotivo, depressione a seguito della morte della madre. Scrive,
"... un giorno, esasperata dall'immenso lavoro e dalla continua povertà e poi, chissà, in preda ai fumi del male, diedi in escandescenze e mio marito non trovò di meglio che chiamare un'ambulanza, non prevedendo certo che mi avrebbero portata in manicomio".
La prima parte del libro è un insieme di notizie, confuse e ripetute, su quanto percepiva al tempo della propria situazione clinica e sull'andamento delle giornate al Paolo Pini. Si alternavano in lei guerra e pace, buio e luce, periodi di apparente lucidità (".. la Capa mi sgridava dicendo che io ero una girandolona. Ma a me non me ne importava nulla. Invece mi importava di aver raccolto del materiale umano, di avere, qualche volta, compreso, educato e consolato.") ad altri di cui non ha mantenuto memoria ("cadevo in confusione e vi rimanevo per mesi e mesi, e di quel tempo non ricordo nulla."). Durante questi anni più volte si è tentata la sua riabilitazione all'esterno, che però sfortunatamente non dava buoni risultati a lungo termine. La Merini, essere solitario ma affamato di contatto, di calore umano, rielabora e racconta di come riuscì anche in quel contesto a intrecciare rapporti con diverse persone, identificandole con una sola lettera iniziale quasi sempre. In alcuni di questi rapporti trasudano le tracce di quella pulsione carnale, viscerale, primitiva che contraddistingue la maggior parte delle sue opere. Poi a un certo punto, imbottita di farmaci, perde anche la propria sessualità, si aggrappa e si ciba di rapporti affettivi puri, fatti di baci innocenti e rotolate sul prato. Ma resta, in fondo, quell'insidioso e insaziabile appetito d'amore puro, che talvolta viene appena lenito dalla spiritualità, dall’incontro potente con la natura. Un rapporto di grande spessore è stato quello con un dottore, il dott. G., con il quale intraprese un percorso di recupero psicoterapeutico. Alda prova finalmente qualcosa di "immenso" nei confronti di questo dottore che cerca di aiutarla in tutti i modi, fiducia, affidamento. Commuove il racconto di quando il dottor G. le dà la possibilità di utilizzare una macchina da scrivere e le dice "Vai, vai, scrivi". Penso che quel momento avrà rappresentato per Alda l'esplosione dell'anima, delle emozioni sopite, perdute, rincorse, desiderate. Il risveglio del sentire, il dargli voce e con la sua potenza espressiva semplice ma tanto viscerale, innata. È la poesia la primaria pulsione che alimenta la sua vita, la sfama e allo stesso tempo la tiene ancorata al presente. Scriverà in seguito,
“Se fossi completamente guarita, mi ergerei certamente giudice, e condannerei senza misura. Ma molti, tutti, metterebbero in forte dubbio la mia sincerità in quanto malata. E allora ho fatto un libro, e vi ho cacciato dentro la poesia, perché i nostri aguzzini vedano che in manicomio è ben difficile uccidere lo spirito iniziale, lo spirito dell’infanzia, che non è, né potrà mai essere corrotto da alcuno.”
Dal silenzio della sua introspezione, precaria e alternata durante il ricovero, analitica e molto realista una volta rientrata nella società, in questo piccolo libro Alda urla al mondo, con delicatezza, le sue grandi mancanze, i suoi traumi, i dolori che tutti prima o poi siamo portati ad affrontare, e che lei si è trovata ad affrontare in pratica sola con se stessa, tra le mura del Pini. Eccone uno, molto significativo,
"Una volta io, Alda Merini, rubai un paio di ciabatte.
...
Da allora venni chiamata ladra, di fronte a tutti. E questo per diversi mesi. E fui segregata in uno stanzino di sicurezza, perché non ribassi più. Quando il dottor G. mi chiese perché l'avevo fatto, io risposi che quelle ciabatte mi ricordavano le ciabatte di mia madre, di cui sentivo tanto il bisogno."
A fondo libro l’autrice aggiunge elementi utili a capire quella contraddizione che traspare sull’esperienza, accentuata dalla confusione “voluta sul testo” (“sta a indicare che non esiste la contemporaneità del dolore”), sul senso delle sue intenzioni, e quasi sconfessa parte del dolore raccontato, riconoscendo i parametri della malattia (“Con questo volume Alda Merini mette a disposizione degli altri le sue esperienze, per un proficuo esito della psicoanalisi e per un’emancipazione umanistica della psichiatria”); e ancora,
“Io mi auguro che la malattia di mente venga finalmente sfatata e ricondotta alla sua vera base, che è un disturbo della emotività.”
Riflessioni leggendo questo libricino se ne possono fare diverse. Quanto ci penalizzano le ferite del passato mai rimarginate? Quanto può costare non volerle riconoscere, non chiedere aiuto, non affrontarle alle prime avvisaglie di difficoltà? Quanto può precipitare in fretta l'equilibrio emotivo, mentale e quindi del corpo? E quanto può essere profondo l'abisso? Quanto è preziosa la libertà?
Chiudo riportando un estratto della prefazione a cura di G. Manganelli, che descrive in modo impeccabile l'abisso dell’immensa anima di Alda Merini ❤️
"Quello spazio è insieme chiuso e spalancato; esclude il 'mondo' ma penetra in una profondità vertiginosa, donde sale una intollerabile dolcezza di fiamme e di luce."
Immagini presenti nella recensione
- Recensito in Italia il 26 febbraio 2025Corto, veloce ma affilato come un coltello. Affonda la memoria riassumento 10 anni terribili con un una cruda verità e violenza che a volte è quasi fatica leggere. E lo fa con una curiosa leggerezza da farlo apparire quasi "normale". Chi è coinvolto in certe situazioni potrà apprezzarlo in maniera estremamente più profonda di chi lo legge solo per curiosità. Dopo, riguardate con calma l'espressione della foto in copertina per rendervi conto come solo dallo sguardo si capisca cosa possa aver passato. Più rallentate la lettura e più fa riflettere.
- Recensito in Italia il 22 luglio 2024Autobiografia di Merini che ricorda i suoi 10 anni di orrore e solitudine chiusa nella clinica psichiatrica Paolo Pini di Milano, un romanzo autentico dove si può tastare ogni tortura, sentimento di smarrimento e dove la malattia, il disturbo bipolare, è vivido.
Toccante ed esplicito, oltre a ricordare la prigionia, Alda cerca di sensibilizzare la situazione che in quegli anni era vissuta dai malati nei manicomi, usando la sua personale testimonianza ed esperienza.
Un pó lento per i miei gusti, ma molto interessante e istruttivo, apre gli occhi su molte dimensioni spesso sottovalutate.
Consigliatissimo!
- Recensito in Italia il 12 aprile 2024🌹Avere la facoltà e la lucidità di raccontare un luogo orrido come quello di un lager, con l'appellativo di manicomio , non è per nulla scontato. Si tratta di luoghi macabri esistenti nella nostra bella Italia nei primi anni del 900 e per fortuna aboliti dalla legge Basaglia nel 1978, con la quale verranno messi al centro dell'attenzione le malattie psichiatriche e i loro pazienti, restituendo dignità al malato psichiatrico e reintroducendolo nel contesto familiare e sociale.
🌹 È così che Alda Merini con questo inno alla vita ripercorre il suo ricovero decennale in manicomio , dove le giornate sono scandite da un tempo immobile, dove tutto si ferma , all' infuori della lucidità di chi ancora è cosciente.
🌹La poetessa ci descrive in questo suo diario con grande evoluzione critica, come una mente lucida non darà mai il consenso a nessun contesto, come anche quello di un manicomio, di estirpare la propria dignità individuale capace ancora di amare e soprattutto pensare. Descrive gli anni che ha vissuto in questo luogo somigliante all' inferno Dantesco, dove gli occhi di Alda Merini hanno visionato atrocità come torture, elettroshock, ingiurie e soprusi da parte del personale ospedaliero.
🌹Alda Merini ci espone come durante i 10 anni di ricovero la sua personalità sia stata assopita dalle varie terapie , mentre al contempo la sua anima urlava forte una vitalità ed evoluzione sentimentale nei confronti degli altri degenti e personale ospedaliero senza cuore. Mi ha colpito soprattutto il non risentimento nei confronti di suo marito, che un giorno qualsiasi chiamò l'ambulanza dovuto ad un raptus liberatorio momentaneo di Alda, non violento , senza prevedere che l'avrebbero condotta alle porte dell' inferno. 📚
🌹Ho amato questo libro per la capacità che ha avuto Alda Merini nel trasmettermi che la vita può essere colorata anche quando il tetro ti avvolge nel profondo.
- Recensito in Italia il 21 gennaio 2024Bel libro,dove si evince tutta la sofferenza dell' autrice ma veramente troppo, troppo ripetitivo.
- Recensito in Italia il 27 novembre 2024Bellissimo
Le recensioni migliori da altri paesi
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Ma I.Recensito in Spagna il 27 agosto 2022
1,0 su 5 stelle No me ha llegado la descarga a mi Kindle.
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Ma I.No me ha llegado la descarga a mi Kindle.
Recensito in Spagna il 27 agosto 2022
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- Beat WinistoerferRecensito in Germania il 21 agosto 2022
5,0 su 5 stelle La grandissima Alda Merini
Un’opera che tocca l’anima, in più sensi.
La realtà della “ malattia mentale”, in un’epoca dove ancora esistevano i manicomi. La sensibilità è la poesia di Alda Merini.
- Cliente AmazonRecensito in Francia il 7 aprile 2021
5,0 su 5 stelle Potente
Un libro bellissimo che racconta l'esperienza dell'autrice in manicomio attraverso i suoi stessi occhi . Quindi una realtà filtrata dall'anima infantile e ingenua di Alda Merini. Una prosa quasi più poetica della poesia stessa.
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Sandra MORAINERecensito in Francia il 1 maggio 2021
4,0 su 5 stelle A lire
Tres beau temoignage concernant la folie et les hopitaux psychiatriques au 20 ème siècle
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DanielaRecensito in Germania il 21 febbraio 2021
5,0 su 5 stelle Sehr gut
Sehr gut