Sì, la rappresentativa azzurra confezionata, plasmata, allenata, difesa, teleguidata e animata dal commissario tecnico Antonio Conte, (il Chelsea ad affidargli la panchina ha fatto un grande affare), non è un mix di fuoriclasse sopraffini, ma è una squadra cuore, polmoni e cervello fatta da persone speciali e calciatori mai domi che, per il gruppo, la maglia e il proprio condottiero (portatore sano di Contismo) si getterebbero nel fuoco. Detto che siamo solo all’inizio, ricordato che pure due anni fa in Brasile Bonucci (oggi vale quanto un tempo valeva il grandissimo Franco Baresi. O no?) e soci partirono bene, ma poi si afflosciarono, ecco è altrettanto indicativo sottolineare che se il Belgio era ed è considerato poesia sensualintrigante, quest’Italia è prosa pratica, provincialartigiana, arrapante che, con un po’ di fortuna (calendario e relativi sviluppi di abbinamenti promettono tempesta) potrà fare un pochino di strada in quest’Europeo 2016 Made in Francia.
Ergo venerdì prossimo non bisogna temere la Svezia di Ibra e, con la guardia bella alta, occorrerà giocare senza vergogna e remore serenamente, ma rispetto al Belgio essere più propositivi non guasterebbe, all’italiana con la consapevolezza che per andare oltre serviranno guizzi straordinari.Colpire e stupire ecco le parole chiave che ben si sposano con i Conte Boys, paroline magiche che si accompagnano bene pure alla bellissima Croazia vittoriosa al suo debutto con la rognosa Turchia.
Il centrocampo croato in particolare, forte di interpreti quali Modric (playmaker sensualmagico), Rakitic, Badelj, Brozovic e Perisic, senza dubbio va inquadrato come un settore stratosferico in grado di spaccare e fare la differenza alla spalle del sornione Mandzukic, centravanti della Juventus sgobbone che, tanto piace a Max Allegri e sa far reparto da solo. Sempre venerdì, la Croazia se la vedrà con la Repubblica Ceca e i tre punti paiono alla portata. Il debutto della Francia e della Germania? Buono sono due squadroni da finale.
Stefano Mauri