Quindi ci siamo: investitori cinesi, nella fattispecie Suning, a giorni, se non a ore acquisiranno il 70% dell’Inter, con Thoir che resterà socio di minoranza al 30% e Moratti che invece uscirà definitivamente di scena. Tutto questo salvo colpi di coda. E tutto questo, inevitabilmente porterà sicuramente conseguenze sulle future strategie economiche, societarie, calcistiche (il calciomercato è già entrato nel vivo) e finanziarie nerazzurre. Voluto da Moratti, sostenuto da Thoir, mister Roberto Mancini (sottovalutato o sopravalutato?), reduce da una stagione non eccezionale, cosa farà adesso? Resterà? Vedrà ridimensionato il suo ruolo di coach manager? Verrà sollevato dall’incarico (e con lui il diesse Ausilio?) coi cinesi che porteranno un trainer di loro fiducia? Lo scopriremo vivendo. Così come scopriremo se i cinesi investiranno euro pesanti per alimentare il rinnovato progetto interista oppure, se come Thoir si limiteranno a sopravvivere.
E sull’altra sponda (rossonera) milanista dei Navigli Meneghini? Allora Silvio Berlusconi, consigliato dai figli parrebbe disposto (ma ne siamo sul serio sicuri?) a cedere il Milan, ma la situazione da quelle parti resta magmatica e in continua evoluzione.
Viviamo tempi difficili di crisi e ristrettezze, ma è strano che la Milano post Expo, così per vedere l’effetto che fa e per necessità svenda i suoi simboli (gioielli da ristrutturare massicciamente) ai migliori offerenti stranieri alla faccia del Made in Italy e della romantica milanesità.Ed è strana infine la tempistica di tali eccezionali movimenti: a giugno solitamente è tempo di campagna acquisti – cessioni, non di grandi manovre. No?
Stefano Mauri