Mister Maurizio Sarri è uomo di campo abituato a sgobbare con quello che ha a disposizione senza fare richieste particolari e pregiate di mercato al (suo) presidente di turno. Ciò detto, specificando che, interpellato ad hoc certamente negherebbe tutto, non risponderebbe, cambierebbe discorso o starebbe sul vago, beh quel toscanaccio (un poco campano per DNA) di Sarri, ecco qualche rinforzo di peso, dal presidentissimo Aurelio De Laurentiis se l’aspettava.
Eccome se l’aspettava. Si perché per alimentare il sogno scudetto, a questo pur forte e sorprendente Napoli, ecco uno o due ritocchi pesanti e pensanti avrebbero fatto comodo, che la Juventus, più abituata a vincere, più completa e più allenata a reggere certi stress, ecco andava fronteggiata con un Napule rinforzato sul serio nell’ultima fase del calciomercato di riparazione. Sabato scorso nel big match vinto di misura, ma con classe, convinzione e gusto allenato alla … permanenza nelle postazioni di vertice, Massimiliano Allegri ha raddrizzato la rotta inserendo, giocoforza o per intuizione, tre panchinari di lusso quali Zaza (autore del gol vittoria), Rugani e Alex Sandro (suo l’input iniziale per quel Babbbbà di Zaza).
Ebbene, i primi due dell’elenco, Sarri li avrebbe allenati volentieri, ma la Juve se li è tenuti stretti. Ergo quando mormora tra il serio e il faceto che in Italia i campionati si vincono soprattutto con un budget denso, ricco e aperto alle novità, probabilmente, più che per attaccare la Vecchia Signora o per giustificarsi, Sarri (non ha certe esperienze a certi livelli, ma fesso non è) lo fa per lamentarsi (provocando?) con De Laurentiis il quale forse, anziché aspettare giugno, per vedere l’effetto che fa e per sfruttare il momento, almeno un colpo gobbo ai gobbi doveva farlo a gennaio cacciando la grana. O no?
Stefano Mauri