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Tre gemelline, due papà e un parroco arrabbiato: “Mie parole strumentalizzate”

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Don Federico Tartaglia risponde alle polemiche nate dalle sue parole sul battesimo alle tre gemelline che hanno due papà, una madre che ha affittato l’utero e un’altra che ha messo a disposizione gli ovuli

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Non ci sta don Federico Tartaglia, il sacerdote che ha battezzato a Roma le tre gemelline figlie di due papà (VIDEO), ad assecondare in silenzio il clamore che sta suscitando la vicenda. Il battesimo è stato celebrato quasi due anni fa, il 31 agosto 2014, ma Real Time l’ha mandato in onda solo in questi giorni, e cioè nel bel mezzo dell’infuocata polemica tra Unioni Civili e Family Day. In questo modo, l’evento in sé e alcune parole pronunciate da don Federico durante l’omelia, si sono trasformati in una specie di atto politico. E non era affatto la sua intenzione – IL VIDEO DELLE POLEMICHE

“MI DISPIACCIO” – “Mi dispiaccio”, scrive don Federico sul suo profilo Facebook, “per aver gettato clamore ingiustificato su una vicenda che doveva rimanere un incontro di grazia per le tre piccole bambine”. E ancora “per aver permesso che i mezzi di informazione potessero usare alcune delle mie affermazioni a distanza di così tanto tempo all’interno di un dibattito politico che nulla ha a che vedere con la celebrazione di quel battesimo”.

IL CASO – Facciamo un passo indietro. La storia, inserita nel programma “Di fatto, famiglie”, è quella di Simone Michelucci, originario di Limite sull’Arno, del compagno Roberto, e delle loro tre figlie Melissa, Sofia e Viola. Le loro tre figlie sono nate in Canada grazie a Veronica, che ha donato gli ovuli, e a Kelly, che ha affittato l’utero. Al battesimo nella chiesa di San Sebastiano, sull’Appia Antica.

“UN DESIDERIO SINCERO” – Ecco cosa racconta don Federico: “La celebrazione del battesimo è stata richiesta a me personalmente dalla famiglia delle tre piccole bambine e dai due papà, Simone e Roberto, e dopo un attento dialogo con loro, valutando il loro sincero desiderio di chiedere per le bambine il sacramento del battesimo, ho ritenuto di dovere comunicare una tale richiesta al Vescovo che ha accolto la richiesta del sacramento, ricordandomi come la Chiesa sia la madre che ha a cuore la vita spirituale di tutti i suoi figli. Il battesimo fu celebrato il 31 agosto 2014″.

L’OMELIA – Durante l’omelia, don Federico ha espresso affermazioni di dissenso nei confronti di alcuni passi del Catechismo che parlano degli atti di omosessualità come di atti “intrinsecamente disordinati”, “contrari alla legge naturale”, che “in nessun caso possono essere approvati” (VIDEO). Ma di certo non voleva assumere una posizione provocatoria o politica. Anzi: “Tutto è nato dal desiderio di accoglienza nei confronti di queste tre creature e dei loro due papà, che avendomi a lungo parlato della loro storia e della serie di offese e di oltraggi ricevuti in questi anni, mi hanno comunicato il desiderio che questa scelta potesse essere vista come una scelta di amore e non di provocazione o di eccesso. Devo dire che mi colpì molto il fatto che Simone e Roberto, di fronte alla possibilità di scegliere (così come permette la legge canadese) se tenere solo uno dei tre embrioni fecondati, scelsero di salvare la vita a tutti e tre gli embrioni e di accogliere le tre bambine”.

“HO AGITO PER AFFETTO” – “Sento di aver agito animato da questo affetto nei riguardi di una diversa storia di vita che per la prima volta ha bussato alla porta della mia chiesa”, ha scritto ancora don Federico. “Ma mi dispiace se questo mio affetto mi ha spinto ad andare oltre con affermazioni che non mi competono, esse nascono dal mio modo impulsivo e passionale di intendere la fede, e dal desiderio che tutti possano sperimentare la Misericordia di Dio e che la nostra Chiesa possa essere riconosciuta da tutti, vicini e lontani, per ciò che è: una Madre amorevole e misericordiosa”.

Edoardo Montolli per Oggi.it

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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