La storia professionale di Ugo Ricci si intreccia, dall’inizio degli anni 80 fino ad oggi, con l’evoluzione delle indagini scientifiche in Italia.
Prima come membro della polizia Scientifica e successivamente come biologo specializzato in genetica forense, ha avuto modo di partecipare nella sua Toscana, a Firenze, alle tappe che hanno portato il supporto scientifico alle investigazioni criminali ad un sempre maggiore livello di organizzazione e perfezione operativa.
In questa intervista discorre del suo libro “Profili di qualità: tra buchi bianchi e fiocchi rossi”, una biografia personale che è, nel contempo, una panoramica sulla storia e lo stato attuale dell’analisi del DNA applicata alle indagini di polizia giudiziaria e ai relativi processi penali, il cui futuro è rappresentato, secondo Ricci, dall’adozione sempre più ampia di metodi ispirati ai principi, previsti anche legislativamente, della qualità, da intendersi come miglioramento continuo delle prestazioni di laboratorio richieste.
Poiché il discorso è calato nella realtà quotidiana dell’attività in questione, non mancano illuminanti riferimenti alle problematiche scientifico-genetiche di casi giudiziari concreti, come quelli di via Poma, di Yara Gambirasio e del Mostro di Firenze, oltre al racconto dei successi ottenuti dall’analisi del DNA in significativi “gialli” del passato, come quello dell’Olgiata.
(Videointervista in cima al post)
Rino Casazza
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