C’è qualcosa di sottile nella percezione dei bambini. Ne parlavamo in famiglia l’altra sera quando Leo ha detto “C’è un mio compagno di classe che sostiene che le persone omosessuali non siano normali. Ne abbiamo parlato con la maestra e lei ha spiegato alla classe che non c’è nulla di male in due uomini che stanno assieme. O due donne. Però il mio compagno continua a pensarla come prima.”
Io ho commentato: “Sai cosa sarebbe giusto? Invitare una coppia di omosessuali in classe che spieghi ai bambini le discriminazioni che sono costretti a subire tutti i giorni.”
“Non servirebbe a niente”, è intervenuta saggiamente Daniela. “Un bambino che la vede in quel modo è così perché in famiglia la pensano in quel modo. Non riuscirai mai a cambiare la sua opinione. I genitori sono gli esempi da seguire e se questi sono delle bestie…”
Ci pensavo ieri sera vedendo da Fazio il padre di Giulia, massacrata dall’ex fidanzato. Ha inaugurato un’associazione che si prefigge di combattere il femminicidio e tutte le condotte abominevoli perpetrate da coloro che continuano a ritenere una donna un oggetto da possedere, controllare e punire.
Presenterà in parlamento una proposta per inserire nel calendario scolastico un’ora settimanale di “rispetto per le donne”. Una cosa ammirevole, naturalmente.
Ma alla luce dei fatti, quanto può essere effettivamente utile?
Come per il piccolo rincoglionito soggiogato, quanto servirebbe sminuire le idee idiote dei genitori eroi rispetto ad un corretto percorso di pensiero?
Se un bambino di nove anni tornando a casa trovasse la madre intenta a lavare i piatti mentre il padre in mutande, svaccato sul divano davanti alla Tv, le urlasse di finirla di fare casino e di muoversi a fargli il cazzo di caffè, da che parte sceglierebbe di stare?
Così, se in famiglia il padre apostrofa le persone con la pelle nera in modo dispregiativo, se per lui gli omosessuali sono degli abomini che porteranno alla fine del genere umano, se le donne devono stare in silenzio ed obbedire, cosa dovrà pensare?
Come potrà crescere? Che padre sarà, un giorno?
E’ la cultura che ci salverà, direbbe qualcuno. I libri (non quelle stronzate Harmony così di moda, ma i libri veri), la lotta politica, la passione per l’arte, per il cinema vero, gli amici e le loro storie, l’empatia.
Perché chi discrimina è esclusivamente un ignorante inconsapevole di esserlo.
Proviamo a far innamorare i bambini di Leonardo e quando riusciranno a comprenderne il genio, urliamo che era omosessuale. Raccontiamo loro le gesta di Giovanna d’Arco. Facciamogli vivere la storia di Rosa Parks.
Per come la vedo io per contrastare i femminicidi, le discriminazioni e l’odio per il diverso serve solo una formula magica fatta di pagine, racconti e rivalsa.
Serve che i bambini insegnino agli adulti la tolleranza ed il rispetto.
Serve una nuova generazione di eroi.
Alex Rebatto