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Perché si uccide: il veleno del buonismo nell’omicidio commesso da Cinzia Dal Pino

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Da quando Cinzia Dal Pino ha ucciso a Viareggio il nordafricano Said Malkoun schiacciandolo con la sua auto più volte contro una vetrina, i social e i giornali, alle solite, si sono divisi in fazioni opposte

Da quando Cinzia Dal Pino ha ucciso il nordafricano Said Malkoun schiacciandolo con la sua auto più volte contro una vetrina, i social e i giornali, alle solite, si sono divisi in fazioni opposte. Tra chi ha condannato senza se e senza ma la donna c’è il Corriere della Sera, che ha parlato di una «disumanità senza attenuanti».

Si tratta dello stesso quotidiano che esattamente un anno fa, trasformò in un martire un indiano clandestino, Arshdeep Singh, che aveva scippato una novantenne (90 anni!) al Quarticciolo di Roma, perchè inseguito e «linciato» (un giorno di prognosi) da un «branco» composto da «due bulli, un pugile e un paio di pusher» rei di aver preso con veemenza le difese della malcapitata. La quale, per contro, non vide nemmeno finire in prigione l’uomo che l’aveva trascinata a terra (condannato a due anni, si era reso irreperibile subito dopo le dimissioni dall’ospedale). E che non sarà mai risarcita da un nullatenente senza fissa dimora. Di sicuro, scrivemmo «al prossimo episodio nessuno interverrà più per bloccare uno scippatore di vecchiette. E gli stessi giornali indignati oggi – esattamente come hanno fatto decine di altre volte negli ultimi anni – titoleranno: “Scippata nell’indifferenza generale”».

Passarono appena quindici giorni e puntualmente accadde: un 91enne fu preso a pugni in mezzo alla strada. Nessuno mosse un dito. E il Corriere della Sera titolò amareggiato: «Firenze, pugni in strada a un 91enne: tutti guardano, nessuno lo aiuta». Sicchè, sparare sentenze per un titolo ad effetto appare piuttosto riduttivo per capire l’omicidio di Viareggio, così come lo fu per lo scippo del Quarticciolo. Perchè bisognerebbe ogni tanto soffermarsi anche sul contesto. E chiedersi: cosa trasforma all’improvviso una donna di 65 anni, non una criminale, non una narcos, ma una comune donna di 65 anni, che ha un lavoro (gestiva un Bagno sulla spiaggia) e una famiglia per bene in un’assassina? Si può davvero liquidare la vicenda come il gesto di una «disumanità senza attenuanti» quasi parlassimo di un mostro? O di un terribile episodio di razzismo (perchè sui social sono piovute anche queste accuse)?

La dinamica di ciò che le è successo non è ancora chiara: si è parlato di scippo, mentre lei ha dichiarato di essere stata minacciata con un coltello (al momento non ritrovato). Nel qual caso si tratterebbe di rapina. Ma in entrambi i casi è errato scrivere semplicemente, come fa sempre il Corriere, che la donna sia stata «derubata della borsa». Il furto è una cosa, lo scippo e la rapina un’altra: le ultime due sono forme di violenza scioccanti. Talvolta si muore, di scippo e rapina. Spesso si resta traumatizzati. La reazione della vittima, specie in là con gli anni, molto difficilmente resta razionale. Anzi. E certo non aiutano a comprendere la tragedia le dichiarazioni dell’avvocato della vittima, il quale, di un uomo raggiunto da una decina di espulsioni e con una «sfilza di precedenti per furti e scippi» dice che «non era un tipo pericoloso».

No? Nemmeno uno che ha svariati precedenti per scippi è pericoloso? Il buonismo continua così a fare danni. Perchè non spiega, divide il mondo in due parti e mette quasi sempre dalla parte dei cattivi ingiustificabili chi reagisce ai soprusi. E infatti, ancora, passa in secondo piano il clima che dicono si sia vissuto nell’estate viareggina, fatta di aggressioni e rapine. Tra gli episodi più angoscianti l’aggressione ad una 90enne nella pineta di Ponente per portarle via una catenina: da quel giorno la donna non ha più potuto camminare. Ad agosto due uomini sono stati rapinati all’uscita della spiaggia e sono finiti in ospedale, uno in condizioni gravi. Ai Bagni si sono registrati svariati furti.

Ora, evidentemente, solo un idiota potrebbe giustificare l’omicidio. Ma è altrettanto idiota pensare che tutto sia accaduto per caso, ovvero solo perché la signora Cinzia a 65 anni è impazzita e ha immaginato di essere il Giustiziere della Notte in gonnella. E ci sono allora alcune domande da porsi per capire come sia maturato il delitto: è possibile che la donna, annebbiata dall’ira, abbia colpito più volte l’uomo non per ucciderlo, ma nel timore che rialzandosi reagisse mettendola ancora in pericolo? È possibile che la paura e l’esasperazione che si vive in città l’abbia portata a farsi giustizia da sola, credendo che altrimenti non l’avrebbe mai avuta? Perchè, è evidente, lei pagherà per la morte di Said. Ma se la situazione resterà quella del Far West che le cronache ci hanno descritto, certamente assisteremo di nuovo, e molto presto, a episodi del genere.

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