Il criminologo Carmelo Lavorino, fresco reduce dal successo nel secondo processo sul caso di Arce, commenta in maniera originale e articolata il caso Massimo Bossetti / Yara Gambirasio.
Benché nella fase iniziali delle indagini avesse proposto un profilo del colpevole poi rivelatosi molto vicino a quello di Massimo Bossetti, Lavorino si dichiara convinto che questi andasse assolto per carenza e contraddittorietà degli indizi a suo carico, ma non lesina critiche alla sua difesa. A suo giudizio questa non avrebbe fatto adeguata barriera contro la presunta prova del DNA che, a prescindere dai dubbi sulla correttezza nella repertazione ed estrapolazione del famoso profilo genetico di ignoto 1, alla base della condanna di Bossetti per la sua coincidenza con quello dell’imputato, non dimostrava affatto inequivocabilmente, anche per la natura indeterminata (sangue? sperma? saliva o altro?), che il suo proprietario era l’assassino.
Rino Casazza
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