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Il cantautore Andrea Mingardi, tifoso appassionato del Bologna, le canta a mister Thiago Motta

Il tecnico che ha riportato in Europa i rossoblu andrà alla Juventus. C'è chi non l'ha presa bene

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Andrea Mingardi,

cantautore bolognese, a modo suo, da ultras appassionato, tra il serio e il faceto, ecco, mandando letteralmente a f…o mister Thiago Motta, beh ha salutato l’allenatore italo brasiliano.

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Già, con un lungo post sulla sua pagina Facebook l’84enne, tifosissimo e autore anche dell’inno del Bologna (anno 1988) suonato all’ingresso in campo delle squadre ogni partita al Dall’Ara, a modo suo ha attacca con pesante ironia l’allenatore uscente rossoblù, destinato quasi certamente alla Juventus. Ecco cosa ha scritto l’artista: “Caro Thigo ciao, grazie e v……..o.
Quando ce vo’ ce vo’ e non ce l’ho con nessuno. Ma questa festa mancata del 3 a 3, del commiato e di un terzo posto mancato, soprattutto davanti alla signora, mi ha tolto quella gioia sfrenata che provavo alla fine del primo tempo. Ora che sono più calmo, mi esprimo meglio. Moggi è stato il capro espiatorio di un sistema che usavano tutti. Zhang se mette un piede in Cina gli pignorano anche i maroni, Marotta ne sa una più del diavolo, gli americani del Milan hanno fatto fuori Maldini in un amen, di Lotito è meglio non parlare, per Gasperini a Napoli saranno cazzi a… mare, gli altri vagano in situazioni economiche discutibili, cioè, fanno goal coi debiti, il Manchester ha oltre mezzo miliardo di sterline di deficit… Di cosa stiamo parlando? Di una melma che a parte qualcuno, noi del Bologna, rischia di inghiottire il calcio. Dunque, un allenatore che viene dalla cannella del gas, una Spezia… si presenta e per culo o grande capacità dopo sessant’anni ci porta in champion. Ma non solo, ha l’opportunità di diventare un eroe… nazionale restando a sviluppare il suo talento e quello dei suoi giocatori in un luogo pulito che, fra l’altro lo ama alla follia, e va alla Juve?! Il simbolo di tutto ciò che nel calcio sarebbe meglio non fare: usare sotterfugi, potere, trucchi, conteggi dubbi e pressioni di ogni tipo. In più, cazzissimo, ti porti via anche qualche giocatoreee?! Se qualcuno che legge preferisce non capire lo smacco, lo faccia pure, mai vorrei offendere alcun tifoso che ha il diritto di amare chiunque, ma che se obiettivo, non può non afferrare il senso di un occasione perduta, per un uomo, per un allenatore bravo e un campione indiscusso. A Bologna venga chi vuole ma mi raccomando, deve capire anche in quale luogo arriva e rispettarlo addirittura oltre la vittoria a qualsiasi costo. Faremo la nostra Champion, con la quadra che sarà e prenderemo le gioie che verranno, se verranno. Ma dal momento che non siamo ingrati: caro Thiago ciao, grazie e f…..o. Non ti capiterà mai più l’occasione di essere un eroe!”

Così, Mingardi, le cantò al Motta bianconero.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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