L’incredibile storia di Peter Frederiksen: aveva 21 clitoridi nel congelatore. Dice di essere un appassionato di infibulazione. Sua moglie, che lo ha denunciato, è stata uccisa poco dopo il suo arresto
Di chi sono le 21 clitoridi nel congelatore di Peter Frederiksen?
L’uomo sostiene di aver appreso la pratica da una sacerdotessa satanica. E di aver affinato la tecnica grazie al dottor Jorn Ege Siana, il medico che deformava gli uomini promettendo peni più grossi. La moglie è stata assassinata dopo il suo arresto
La libertà su cauzione è stata respinta. Il magistrato Marlene Marais dice che non se ne parla: pericolo di fuga e di minaccia ai testimoni. E poi fuori dal tribunale c’era la folla inferocita del movimento dei diritti delle donne, che gridano vendetta. No, Peter Frederiksen, 63 anni, danese trapiantato da un decennio in Sudafrica, deve restare in prigione. Proprietario di un’armeria a Bloemfontein, è finito dentro quando la polizia ha trovato 21 clitoridi nel suo congelatore e due messe ad essiccare su ganci appesi in garage. Lo aveva denunciato la sua giovanissima moglie, Anna Matshidiso Molise, 28 anni, che già si era rivolta alle forze dell’ordine per querelarlo per maltrattamenti. Oggi sull’uomo pende l’accusa di tre aggressioni con violenza sessuale ai danni di altrettante donne, separazione di tessuti umani, possesso e produzione di pedopornografia, bigamia. E concorso in omicidio: tre settimane dopo il suo arresto, Anna è stata misteriosamente uccisa a Maseru. A chi appartengono le vagine mutilate? Una, pare, proprio alla moglie. Delle altre non parla. Dice solo che è colpa sua, di Anna, che lo ha voluto incastrare attraverso la stregoneria. Ma che tutte le presunte vittime di infibulazione erano del tutto consenzienti.
Fin qui potrebbe essere solo la storia di un folle, da verificare punto per punto.
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L’intervista shock
Senonchè, tre mesi prima di finire in galera, Peter aveva rilasciato un’intervista video di ben 12 ore a due giornalisti danesi. Intervista in cui aveva chiesto di restare anonimo, che ora è nelle mani degli inquirenti e che è stato visto e narrato da City Press. Ai due, Peter aveva raccontato della sua passione per le armi, così come gliel’aveva attaccata il nonno. E poi per il sadomasochismo, cresciuto in lui assistendo a rituali di infibulazione.
La prima, ricorda, fu una sacerdotessa satanica quando ancora stava in Danimarca, che gli chiese esplicitamente di «tagliare la sua».
Non sapeva come fare. Ma per sua fortuna conobbe Jorn Ege Siana, il chirurgo plastico che deformava i suoi pazienti con operazioni per ingrandire il pene. Lui, in poche lezioni, gli spiegò come fare: «Ho usato un anestetico locale ed è andata bene. Non perse molto sangue lì. Ho utilizzato qualcosa per fermare l’emorragia e dopo circa dieci giorni è guarita grazie ad una speciale crema. Fu molto soddisfatta dei risultati».
Tutto era iniziato dopo essere entrato allo Smil, club bdsm danese, una ventina d’anni fa. La cosa gli era piaciuta. E lì, nel sud dell’Africa, dove si era diretto alle dipendenze di una Ong, aveva poi scoperto la grande tradizione: «Non sono circoncise qui come se fossero in Egitto o in Somalia. C’è una grande tradizione in alcune parti del Sud Africa e in Lesotho». Di più. Si vanta di essere l’unico uomo bianco ad essere stato invitato ad una «circoncisione femminile nelle montagne del Lesotho. La signora che mi invitò mi chiese se avessi qualche esperienza nel taglio. Risposi di sì e potei aiutarla, perché loro non usano anestetici». Quindici ragazze sottoposte a trattamento. Parti escisse bollite con erbe. Di più non dice. Né a chi appartengano quelle clitoridi, né come siano finite nel suo freezer. Ma forse nella video intervista ce n’è abbastanza per tenerlo dentro per un pezzo.
Edoardo Montolli per Gqitalia.it
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