Le vittime del Mostro di Firenze erano in qualche modo collegate tra loro? Si conoscevano? Frequentavano le stesse persone?Anche se questa inquietante ipotesi è stata formulata più volte durante le pluridecennali indagini sul caso, finora non era mai emerso nulla di certo.
Non è più così grazie ad una scoperta di Dario Quaglia e Loris Martinelli, consulenti dell’ Avv. Alessio Fioravanti nelle indagini difensive per nome e conto di Luciano Malatesta e dell’ Avv. E. B., legale di Natalino Mele, coinvolto da bambino nel duplice delitto di Lastra a Signa nel 1968.
I due esperti hanno già indicato a Fronte del Blog documenti ufficiali da cui si possono ricavare considerazioni importanti sul caso del Mostro di Firenze. Li abbiamo intervistati.
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Che cosa avete trovato, precisamente?
Quaglia e Martinelli: Nel gennaio di quest’anno, seguendo alcune piste interessanti, ci è capitato di fare delle ricerche catastali. I conoscitori del caso del Mostro di Firenze sanno che Susanna Cambi, uccisa nelle campagne di Travalle il 22/10/1981 insieme al fidanzato Stefano Baldi, risultava possedere una casa in un località del Mugello, Padulivo. Ebbene, ci siamo accorti che c’è un errore: l’abitazione di Susanna era ubicata a Barberino del Mugello. Questa cittadina ha a che fare con un’altra vittima del Mostro, Stefania Pettini uccisa alle Fontanine di Rabatta il 14/09/1974 insieme al fidanzato Pasquale Gentilcore. Stefania, infatti, sino a pochi mesi prima di morire aveva lavorato come segretaria presso la Autotrasporti Cammelli di Barberino del Mugello, dove aveva conosciuto il giovane S. G. Costui e Stefania si erano frequentati per alcuni mesi, durante i quali il ragazzo era solito accompagnare la ragazza a casa. Dopo la morte di Stefania fu tra i primi, trovandosi a casa in licenza dal servizio militare, ad essere sentito come testimone.
L’indagine sul duplice delitto di Rebatta – lo ricordiamo – si indirizzò in un primo momento verso G.G., un guardone locale. Dagli atti risulta che l’uomo fu arrestato mentre si trovava fuori Firenze per motivi di lavoro.
Durante il viaggio di rientro, in compagnia dei carabinieri che lo scortavano disse, come risulta a verbale, di poter fare i nomi di alcuni brigadieri e marescialli dell’arma che avrebbero condiviso con lui il vizio del voyeurismo. Tra le persone di cui riferì agli inquirenti, prima di essere poi lasciato andare, c’era anche quello di un militare della stazione dei carabinieri proprio di Barberino.
Stranamente il verbale di sommarie informazioni di S.G si apre con la frase – L’ anno 1974, addì 17 del mese di settembre, in Barberino, negli uffici della locale Stazione dei Carabinieri.
Sebbene la parola “Barberino” sia subito stata cancellata e corretta in “Borgo San Lorenzo”, viene da chiedersi come possa un carabiniere sbagliare a scrivere il nome della caserma presso cui lavora. Potrebbe darsi che lo stesso in abbia sentito l’esigenza di una breve “trasferta” per interrogare personalmente S. G., senza che questo emergesse nelle carte.
Comunque, tornando al collegamento tra Stefania Pettini e Susanna Cambi, l’abitazione di quest’ultima si trovava a soli 150 mt da dove all’ epoca abitava S.G. e dalla locale Stazione dei Carabinieri. Va tenuto presente che le due ragazze erano pressoché coetanee: la Pettini era nata nel 1956, Susanna Cambi nel 1957.
Cosa potrebbe suggerire questo legame?
Quaglia e Martinelli: Il Mostro di Firenze ha ucciso per lo più nell’area a nord e a sud di Firenze, denotando una certa mobilità e conoscenza del territorio. Ma si è trattato di un abile serial killer unico, di qualcuno che ha avuto appoggi di qualche tipo o di un vero e proprio gruppo?
Tutte ipotesi in discussione.
Comunque lascia perplessi scoprire a distanza di 42 anni una connessione tra Susanna Cambi e Stefania Pettini che avrebbe potuto emergere molto prima.
Approfondendo un pò meglio all’ epoca, forse si sarebbe potuto trovare qualche traccia utile ad un’ inchiesta così complessa e travagliata come quella sul Mostro di Firenze.
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