Boris Zubine scrisse a Cronaca Vera dopo aver fatto a pezzi la madre e averla nascosta in cantina
Negli anni assassini e serial killer hanno scritto a Cronaca Vera. Lo fecero Pietro Pacciani e Donato Bilancia. Emiliano Santangelo, in prigione per aver ucciso Debora Rizzato, ammazzata dopo averla perseguitata per infinito tempo, scagliò minacce feroci, prima di impiccarsi in cella. Il motivo lo scrisse lui, e cioè che in carcere «la vostra sporca rivista è molto venduta!» e lui non ci stava a che i compagni di prigione leggessero ciò di cui era accusato. La lettera giunse in redazione priva di affrancatura: qualcuno, mentre lui stava dentro, l’aveva infilata a mano nella casella della posta. Succede. Tra le tante missive di detenuti, un giorno arrivò questa (vedi foto) : «Mi chiamo Boris Zubine. Sono accusato di un delitto che la stampa e i mass media hanno definito orribile e maniacale, un po’ “Psycho” e un po’ “Il Silenzio degli innocenti”. È il 19 luglio del 2004 quando i carabinieri entrano in una cantina di via Asturie, zona di Niguarda. Si trovano davanti una scena terribile: un corpo tranciato in sette pezzi, avvolti in sacchetti di plastica. È il corpo di Maria Arena, 77 anni, mia madre. Vengo arrestato e portato a San Vittore. Da allora è trascorso 1 anno. Sono stato dichiarato semi infermo di mente, affetto da una pazzia mostruosamente lucida. Di tutto un po’! … Ho bisogno e sento la necessità di parlare con la stampa per comunicare all’opinione pubblica chi sono veramente. Un “mostro” feroce e spietato o forse qualcos’altro?»
La lettera finì nel libro di Edoardo Montolli Cara Cronica- Lettere (mai) pubblicate a Cronaca Vera (Aliberti) e la trovate ancora sui siti di diversi grafologi, che la ripresero per studiarla.
L’UOMO SENZA PIETÀ
Ma chi è Boris Zubine? Nato al Cairo da padre russo – un direttore d’orchestra alla corte di Re Farouk-, da piccolo suonava il pianoforte. Il fratello Paolo stava a contrabbasso e batteria e la madre, Maria Arena, cantante lirica, era la voce…
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