Mikhail Popkov, serial killer e necrofilo noto come “Il lupo mannaro” e “Il maniaco di Angarsk”, reo confesso di 83 omicidi, vuole andare a combattere in Ucraina
Mikhail Popkov, serial killer, stupratore e necrofilo russo, reo confesso dell’omicidio di 83 donne, sogna di entrare nell’esercito.
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La chiamata alle armi
Da tempo si vocifera che l’oligarca Yevgeni Prigozhin, a capo del feroce gruppo Wagner, stia cercando nelle carceri volontari da mandare al fronte. Secondo alcuni sarebbero già 40 mila i detenuti reclutati. E Mikhail Popkov deve aver fiutato l’opportunità.
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Di certo, uno come lui si troverebbe bene in mezzo ad un gruppo mercenario che ha ucciso a martellate un soldato che non voleva più combattere, filmandone il massacro e commentandolo con le parole di Prigozhin: «Un cane merita una morte da cane».
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Mikhail Popkov il lupo
Ma chi è Mikhail Popkov? Cinquantotto anni il prossimo marzo, è un ex poliziotto che tra il 1992 e il 2010 avrebbe ucciso 83 donne. Tanti ne ha confessati. Ma è stato condannato “solo” per 78 di quei deitti. Soprannominato Il lupo mannaro e Il maniaco di Angarsk, i suoi crimini furono particolarmente brutali.
Il modus operandi quasi sempre lo stesso: individuava ragazze sole la sera e, in divisa da poliziotto, offriva loro un passaggio sull’auto di servizio. In realtà le portava poi in posti isolati, dove le uccideva dopo averle torturate con coltelli, asce, mazze da baseball e cacciaviti. Quindi le mutilava e le violentava, prima e dopo morte.
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Il movente
Quando lo arrestarono, disse che il suo intento era quello di «ripulire le strade dalle prostitute» e che «commettendo gli omicidi, sono stato guidato dalle mie convinzioni interiori». Riteneva immorale che le donne andassero alle feste senza accompagnatore: bastava questo per farlo infuriare e far scattare in lui l’istinto omicida. S’inventò un tradimento della moglie e pensò di vendicare un adulterio mai esistito, uccidendo senza pietà.
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Secondo lo psichiatra di Angarsk Alexander Grishin, fu traumatizzato da bambino nel crescere con una madre alcolizzata e forse violenta. Tanti ne chiesero la pena di morte che tuttavia, in Russia, è da tempo soggetta a moratoria.
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Il mio sogno
Di fatto, il canale televisivo di Stato Vesti Irkutsk ha pensato proprio ora di intervistarlo. E lui ha chiesto di essere mandato al fronte ucraino, vantando una lunga esperienza in radioelettronica al tempo della leva e quella da poliziotto.
«Qual è il tuo sogno?» gli hanno chiesto.
«Entrare nell’esercito. Non esiterei a farlo».
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