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Diletta Miatello, il delitto della mamma e il tentato omicidio del papà: perché?

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L’ex vigilessa Diletta Miatello, da tempo disoccupata e disperata perché non trovava lavoro, era stata arrestata con l’orrenda accusa di aver ucciso la madre e di aver tentato di ammazzare anche il padre. Ma ancora non se ne comprendono le ragioni.Da tempo in cura per problemi psicologici e dipendeva in tutto e per tutto dai genitori per il suo sostentamento economicoLa vicenda raccontata nell’approfondimento di Cronaca Veradiletta miatello

SAN MARTINO DI LUPARI (Padova) – Diletta Miatello, 51 anni, avrebbe massacrato la mamma Maria Angela Sarto, 84 anni, e il papà Giorgio Miatello, 89, colpendoli entrambi alla testa e lasciandoli in un lago di sangue. Per la donna, trovata sul letto al piano di sopra della sua villetta, non c’è stato niente da fare. Giorgio, che per le difficoltà a deambulare e riposava al piano di sotto, è stato rinvenuto sul pavimento, ferito in modo grave.

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Responsabile dell’aggressione, per gli inquirenti, una delle figlie della coppia, ex vigilessa da tempo disoccupata, Diletta appunto, che abitava nella casa attigua, accusata di omicidio e tentato omicidio volontari aggravati dal vincolo della parentela, ma che al momento non ha però risposto alle domande del giudice.

diletta miatello

LA RICOSTRUZIONE

Cruciale la testimonianza della collaboratrice domestica, Franca O.. Quando si è presentata alle 8 di mattina a casa dei coniugi, Diletta ha aperto la porta. Era appena uscita dalla doccia, come riporta il Giornale di Vicenza, e aveva ancora la cuffia in testa. Ricorda Franca al Corriere della Sera: «Mi ha detto “prima ho bevuto il caffè dai miei, mi hanno detto di dirti che vi vedrete un altro giorno, stanno dormendo”. Ogni tanto succedeva che passassero notti insonni. Sono andata via ma poi sono tornata alle 11.30. Pensavo di trovarli svegli, quando ho visto ancora la casa chiusa e le luci del soggiorno accese ho pensato che fosse successo qualcosa: un malore, una caduta. Ho chiamato Chiara e le ho detto di andare subito lì, Diletta invece non c’era più».

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Chiara è l’altra figlia di Giorgio e Maria Angela: «Verso mezzogiorno mi ha chiamata Chiara, era disperata, continuava a dire “mamma, mia mamma, mia mamma”, e poi mi ha detto “È stata Diletta”, me lo ricordo bene, l’ho riferito ai carabinieri». Già. Proprio Chiara aveva infatti ritrovato i corpi dei genitori e ha raccontato tutto al pm Marco Brusegan e ai caraninieri: «Mio padre mi ha borbottato qualcosa, ma non ho capito quanto mi ha detto».

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DILETTA MIATELLO, L’EX VIGILESSA

Di certo, di Diletta si erano perse subito le tracce. Ha spento il telefono e si è diretta con la sua Panda e si è diretta a Romano d’Ezzelino, dove ha prenotato una camera d’albergo per due giorni. Nel frattempo si erano però attivate le indagini ed è stato possibile rintracciarla e fermarla dopo averne individuato la targa. Ma perché avrebbe dovuto compiere un gesto del genere?

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Ancora la colf ha raccontato: «Il signor Giorgio aveva difficoltà a camminare a causa di un infortunio in casa e non è riuscito a prelevare denaro contante. Lo avrebbe dovuto portare l’altra figlia, Chiara. Quando Diletta ha capito che i genitori non potevano darle i soldi ha perso la testa». E ancora: «Erano disperati con quella figlia che non riusciva a sistemarsi, non vedevano mai il nipote che a tre anni era stato lasciato al padre. Lei non riusciva a prendersi cura di lui, ha cambiato tanti lavori: chiedeva soldi ai genitori. Maria Angela era davvero disperata, avrebbe voluto vederla felice, e invece Diletta era depressa, molto magra».

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Pare fosse in cura al centro di salute mentale di Cittadella. Per 20 anni aveva lavorato come vigile urbano ad Asolo e prima ancora a Cassola. Si era innamorata di un collega, lo aveva sposato e i due avevano avuto un figlio. Poi aveva iniziato a dare segni di squilibrio, tanto che dopo la separazione il bimbo era stato affidato in via esclusiva al padre. Nel 2009 aveva dato le dimissioni senza preavviso, ricominciando una vita come barista a Bassano e tornando poi a stare dai genitori.

diletta miatello

Dicono i vicini ai cronisti locali: «Si sentivano di quelle baruffe ogni tanto, lei chiedeva sempre soldi. Più di qualche volta abbiamo visto arrivare i carabinieri per sedare le liti e capitava che lei venisse portata via in ambulanza. Ma non era seguita da nessuna struttura». Nel 2013 si era iscritta a psicologia per rimettersi in carreggiata, ma da tempo era disoccupata. Sui socal campeggiano le sue vane richieste di lavoro: «Ho un diploma all’ Ipssar G. Maffioli, conosco inglese, francese e spagnolo. Ho un’ esperienza ventennale nel settore della ristorazione come barmaid, barista. Cerco lavoro, sono libera da impegni familiari e automunita. Valuto anche altre proposte purché siano serie. Vivo a 7 km da Castelfranco Veneto. Ringrazio anticipatamente chiunque potrà aiutarmi».

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Dipendeva in tutto e per tutto dalle mance di papà e mamma. Chi la ricorda come agente di polizia locale, la rammenta irreprensibile e scrupolosa. Tutti sono increduli. Ma non c’è più nessuno ad Asolo dei suoi colleghi. Anche il sindaco dell’epoca, Daniele Ferrazza, dice al Gazzettino di non averla conosciuta personalmente: «Mi è difficile dire qualcosa che abbia senso in una situazione del genere: non era legata ad Asolo e anche l’ultima persona che ha lavorato con lei è andata in pensione lo scorso anno».

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Il legale di Diletta, Elisabetta Costa, commenta: «È in uno stato mentale drammatico a me del tutto sconosciuto rispetto alla persona che era tempo fa. Una situazione umanamente difficile, perché è quasi impossibile stabilire un rapporto con la mia assistita». Il gip ha convalidato l’arresto.

 

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