Una maledetta forma di leucemia si è portata via Sinisa Mihajlovic. Ecco come lo ricordano moglie e figli
“La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic”.
La morte fa schifo, ma quella di Sinisa è ancora più schifosa. È una maledetta forma di leucemia l’ha portato via troppo presto.
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Già. Come scrive la versione in Line della Gazzetta dello Sport, in fondo, ecco sono state due le vite di Sinisa Mihajlovic. Una “prima” e una “dopo”. Non in contrasto, però: non un’esistenza da Dottor Jekyll e una da Mister Hyde. Tutt’altro.
Un filo le ha unite, solido e sempre ben teso: la tenacia e la coerenza. “Prima” Sinisa è stato un grande calciatore e un ottimo allenatore. “Dopo” è stato un uomo che, con il medesimo carattere battagliero che esibiva in campo o in panchina, ha combattuto contro il peggior nemico che possa presentarsi: il dolore. Non si può capire Mihajlovic senza osservare il personaggio da questi due punti di vista.
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Anno fa, nella primavera 2014, fu a un passo dal diventare l’allenatore della Juventus e, beh, quel Guerriero di Sinisa, in una squadra di lotta come è paradossalmente la Juve, mah, forse male non avrebbe fatto, soprattutto in Europa.
Buon viaggio Mihajlovic, hai vissuto densamente, ora insegnaci a vivere appieno pure noi.
Stefano Mauri