Emma Marrone tra cinema, televisione e il disco in lavorazione: l’artista salentina vive un periodo intenso
Emma Marrone: “È stata una mia idea per raccontarmi in prima persona. Parlo di quando si è presentato tre volte alla mia porta e ha fatto sì che per salvarmi la vita i medici mi asportassero le ovaie. Nelle immagini non nascondo le lacrime, le mie fragilità che sono però anche la mia più grande forza”.
Girato nell’arco di due anni e mezzo: “Sbagliata ascendente Leone” mostra testimonianze del passato e scene di vita quotidiana, che svelano le ragioni che stanno dietro a scelte e prese di posizione che hanno spesso messo Emma al centro di polemiche e giudizi.
“No ho voluto vedere il docufilm con la stampa perché sennò non ce l’avrei fatta a sostenere l’incontro con i giornalisti. So che immagini ho fornito al regista, filmini privati di me bambina con mio padre e so quanto male mi fa vederli”.
Dalla vittoria ad “Amici”, quella al festival di Sanremo del 2012 sino al concerto davanti alle 100mila persone di Campovolo per “Una, nessuna e centomila”, Emma di strada ne ha fatta tanta e tanta ne ha davanti: “C’è chi mi ha chiesto se sia stato più doloroso o divertente fare questo lavoro e rispondo che è stato liberatorio e divertente ma lascio a chi guarda il giudizio”.
Impegnata nella scrittura del nuovo album l’artista sarà di nuovo al cinema dal 15 dicembre con il film “Il ritorno” di Stefano Chiantini: “Recitare mi emoziona e mi piace da morire per cui sono contenta di darvi un’altra prova nei panni di un’altra me”.
Così ha parlato, a margine dell’anteprima a Milano, del docufilm “Sbagliata ascendente Leone” Emma, ancora visibilmente provata dalla recente perdita dell’amaro padre. Ecco, dal 29 novembre su Prime Video, ci sarà molto da raccontare, ma molto di più da vedere: l’artista ha deciso, negli 87 minuti di questo lavoro, di raccontarsi in un modo che non è didascalico, non del tutto cronologico, non autocelebrativo.
E non vuole essere nemmeno provocatorio o alternativo simulando una visione distorta o forzatamente originale del suo personaggio, anzi di una donna che qui, anche nei momenti più sorprendenti, risulta riconoscibilissima.
Stefano Mauri