A Chico Forti, l’italiano in prigione da oltre vent’anni negli Stati Uniti (condannato per un omicidio cui non crede nemmeno il figlio della vittima) viene dedicata una statua dal noto artista di Pompei.C’era anche Andrea Bocelli alla cerimonia di presentazione. La lettera di Chico (che a breve diventerà nonno) a Nello PetrucciChico Forti,
una statua per ricordare a tutti che da oltre vent’anni c’è un sicuro innocente in carcere negli Stati Uniti. Si chiama “Chico Forti sono io” e ricorda la storica espressione di Kennedy “Io sono berlinese” per rammentare la solidarietà e la vicinanza con gli abitanti della città divisa dal Muro.
E in effetti questo è l’obiettivo dell’artista che l’ha ideata e disegnata, Nello Petrucci, direttore creativo del Pompei Street Festival, che avrà luogo dal 22 al 24 settembre. Alla cerimonia al Comune di Pompei c’erano anche Andrea Bocelli e la moglie Veronica Berti, da tempo sostenitori della causa di Chico, dopo averlo incontrato a Miami. Ha detto il tenore: «Bisogna essere la voce degli uomini che non hanno voce, suggeriva Madre Teresa di Calcutta. Dopo aver incontrato Chico Forti in carcere ho deciso di essere la sua voce. Chico Forti ha fatto grandi cose nella sua vita, ma ora rinchiuso dov’è, è un uomo che non ha voce».
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LA STORIA DI CHICO FORTI
Il 23 dicembre saranno passati esattamente due anni dall’annuncio trionfale del governo che prometteva agli italiani il ritorno di Chico. Invece, non è successo niente. Campione di surf e windsurf, documentarista e produttore televisivo, Chico si era trasferito in America dopo aver vinto una fortuna nel 1990 a Telemike, il notissimo quiz di Mike Bongiorno.
Lo condannarono all’ergastolo per l’omicidio avvenuto a Miami di Dale Pike, il figlio di un uomo da cui stava comprando un hotel. Ma senza lo straccio di una prova. A giurare sulla sua innocenza non ci sono soltanto tutti coloro che hanno letto gli atti, esponenti istituzionali, vip, giornalisti, ma lo stesso padre della vittima, Tony. E pure il fratello.
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Chico è sempre stato convinto che dietro le accuse nei suoi confronti ci sia l’astio per la sua controinchiesta che aveva fatto a pezzi le indagini sull’omicidio di Gianni Versace.
LETTERA ALL’ARTISTA
Non è la prima volta che lo street artist di Pompei Nello Petrucci dedica un’opera a Chico. Lo fece già all’Art Basel di Miami con “Attesa” un murales di sei metri per tre in cui Chico appariva al fianco di un tabellone luminoso di un aeroporto con tutti i voli per Roma cancellati.
Una fortissima denuncia per il mancato rientro in Italia nonostante le promesse politiche. Altri murales apparevero in città. E, manco a dirlo, come per coprire la propria vergogna, gli americani cancellarono tutto in pochi giorni.
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Ora che Chico ha saputo della statua che Nello gli ha dedicato, gli ha voluto scrivere una lettera: «Vi allego quanto buttato giù di pancia in una delle mie innumerevoli notti insonni: un abbraccio forte come il marmo, ma caldo come il sole. Ho conosciuto Nello attraverso il murales “L’attesa” realizzato durante l’ultima Arte Basel di Miami. Gli scrissi: “Se una fotografia vale mille parole, la tua opera è la Divina Commedia”. Da lì è scaturita una solida amicizia basata sulla reciproca stima. Quando con Veronica, Andrea e Gualtiero nacque il progetto “Chico sono io” la scelta dell’artista fu unica e immediata: Nello Petrucci.
Nessuno di noi sapeva in realtà se Nello fosse anche uno scultore, ma nessuno di noi aveva il dubbio circa la la sua versatilità e la capacità di esserlo».
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E ancora:
«Quanto era lungi l’idea di una scultura correlata ad un martire, tanto era il desiderio di un inequivocabile messaggio visivamente permanente. Simbolo di libertà, di lotta contro l’ingiustizia e della solidarietà di un popolo nei confronti di un connazionale che non vuole abbandonare. Dal Trentino alla Sicilia, si sono offerte località candidate… Trento, la mia città natale, a ruota Moena, Predazzo e Torbole le mie culle sportive di neve ed acqua, fino al golfo di Mondello a Palermo in concomitanza dei prossimi mondiali Albaria Windsurfer, ad ottobre, a completare la lista, l’apoteosi di Pompei».
L’ANNUNCIO DI CHICO
Quindi, l’annuncio: «Le belle notizie, come le cattive, vengono in gruppo, sono stato informato da mia figlia JennaBleu che diverrò nonno di una bambina. Questa statua porterà onore ai miei figli, ai miei nipoti, a mia madre ed ai milioni d’italiani che mi sono solidali».
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E Nello ci dice: «Il 23 agosto 1977, l’allora governatore del Massachusetts Michael Dukakis assolveva i due anarchici italiani dal crimine a loro attribuito, esattamente 50 anni dopo la loro esecuzione sulla sedia elettrica recita questa frase: “Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti…”. Viviamo in una società dove tutto cosi cambia velocemente, il tempo, sembra essere più veloce di noi stessi, anche più delle nostre idee… Il tempo ci aiuta a capire, il tempo è spesso puntuale nel farci capire molte cose in ritardo».