Allora con un messaggio in difesa dell’aborto e contro le politiche della destra che vorrebbe limitare tale diritto, Chiara Ferragni da Cremona ha fatto irruzione nella campagna elettorale portando in primo piano un tema eticamente sensibile come l’interruzione volontaria della gravidanza e messo in discussione dal fatto che in moltissime zone d’Italia l’aborto sarebbe quasi impraticabile, a causa dell’alto numero di ginecologi obiettori.
“Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano” ha scritto la Ferragni, ispirando la sua story, pubblicata via Instagram, da quanto starebbe accadendo nelle Marche.
“FdI – dice il testo comparso sul profilo social – ha reso praticamente impossibile abortire nella Marche, regione che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”. Un messaggio telegrafico ma che si proietta sull’appuntamento elettorale del 25 settembre.
Ma cosa è accaduto nelle Marche che ha attirato l’attenzione della influencer?
Secondo una denuncia avanzata lo scorso giugno in consiglio regionale dalla rappresentante del Pd Manuela Bora “Per abortire le Marche sono peggio del Texas poiché la regione, governata dalla giunta di centrodestra guidata dal meloniano Francesco Acquaroli, non starebbe applicando le direttive del ministero della salute sulla legge 194 e non consentirebbe di praticare l’aborto farmacologico (con la pillola Ru 486 ) nei consultori.
Le donne sarebbero così obbligate a rivolgersi agli ospedali, ma le Marche hanno uno delle percentuali più alte di medici obiettori , con punte in alcuni ospedali dell’80%. Di fatto comprimendo ai minimi termini il diritto delle donne ad abortire” .
Tornando alla Ferragni il suo post poteva restare inosservato? Assolutamente no.
Ah… ovviamente il centrodestra marchigiano ha respinto ogni accusa.
A proposito, ricordate la foto dei Ferragnez, sui bordi di un precipizio a Ibiza, che tanto aveva fatto discutere? Ecco il pensiero di Fedez espresso via Instagram:
“Non siamo pentiti di aver postato la fotografia della polemica. Eravamo con una guida che aveva tutti i permessi in regola per quel tipo di escursione. Ci siamo affidati alla sua esperienza, non vedo dove sia il problema”.
Stefano Mauri