Andrea Contin, l’ex prete delle orge in canonica che fece scalpore nella curia di Padova, ha scritto un giallo. Il protagonista del romanzo? Un ex prete ritrovato morto dopo aver provocato uno scandalo a luci rosse….Il romanzo, autoprodotto, uscirà a giugno. E ci sono già le prime polemiche. Mentre alcuni si chiedono quando di autobiografico apparirà nel libro
Andrea Contin aveva chiesto ai suoi fedeli di essere dimenticato. Ma evidentemente ha cambiato idea. Il parroco il protagonista di un clamoroso scandalo a luci rosse nella curia di Padova, che, per tale ragione lo ridusse allo stato laicale il 3 marzo 2017.
Oggi eccolo tornare con un romanzo giallo con tanto di sito internet, andreacontin.it, in cui l’autore spiega: «Per scrivere questo libro ho impiegato cinque anni e un biglietto andata e ritorno per l’inferno. Il titolo? È stata l’ultima frase che ho scritto. Come sempre la cosa più importante la scrivi quando hai terminato le altre».
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È il romanzo «di uno che è nato quattro volte, senza ancora mai morire davvero una sola volta». La trama? La seguente: «Luca Canterletti, ex prete, protagonista di uno scandalo a luci rosse quindici anni prima, viene trovato morto in casa sua, una mattina di fine ottobre. Cominciano le indagini ed i misteri».
Un incipit appassionante per chi non sappia che l’autore del volume è proprio un ex prete protagonista di uno scandalo a lusi rosse. Quanto ci sarà di autobiografico nel giallo, si chiedono ora i parrocchiani? Chissà.
L’uscita è prevista infatti per giugno e lui sta correggendo ancora le bozze, come fa sapere il Corriere della Sera. Pare che il romanzo sia autoprodotto.
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Di certo, per chi sia a digiuno della sua vicenda, la biografia dell’autore sul sito non spiega moltissimo: “Andrea Contin è nato ad Agosto del 1968. Ha intrapreso studi classici, giuridici e teologici. È ordinato prete nel 1997. È socio fondatore dell’onlus ‘Progetto Senes’. Nel 2017 viene ridotto allo stato laicale. Ora studia il moto gravitazionale delle mele in caduta libera dall’albero, alleva dinosauri e nel tempo libero ascolta i giganti dei boschi della valle del Primiero e del Vanoi”.
Sembra la storia di un sognatore. Ma non è che sia esattamente così. Racconta il Corriere della Sera che il “procedimento penale a suo carico si concluse con una condanna a un anno di reclusione e sospensione condizionale della pena, avendo quest’ultimo accettato l’addebito e scelto di patteggiare con la pubblica accusa”.
Ma non è tanto l’aspetto penale che interessi, quanto l’incredibile sequenza di vicende sessuali che riguardavano il prete. Un bel po’ diverso da un parroco che abbia semplicemente ceduto alla tentazione della carne.
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LO SCANDALO DI ANDREA CONTIN
Con Andrea Contin la curia di Padova finì infatti in uno scandalo a luci rosse senza precedenti. Nel 2016 una fedele lo aveva denunciato sostenendo non solo di essere la sua amante.
Aveva detto che le Andrea le aveva comperato un guinzaglio e una ciotola per cani, che desiderava che si accoppiasse con altri mentre lui filmava, che la portò a vederlo mentre aveva rapporti con transessuali, che la coinvolse in orge con sconosciuti, che un giorno avrebbe voluto portarla in una stalla di Pavia per vederla posseduta da un cavallo.
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Sul sacerdote uscì di tutto e di più, roba che nemmeno in un film pornografico estremo ci si immagina: amanti a ripetizione tra le parrocchiane, foto delle donne postate sui siti di scambisti, viaggi a Cap d’Agde, il paradiso dell’amore di gruppo.
I carabinieri, all’ultimo piano della canonica, ritrovarono un’intera collezione di sextoys, frustino e manette. Venne fuori che nei rapporti sessuali a tre avrebbe partecipato un altro parroco.
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Il vescovo Claudio Cipolla, per via del clamore suscitato dalla vicenda, anticipò il rientro dalla missione diocesana in America Latina e disse di lui: «Il suo stile di vita non è stato consono con gli obblighi di un prete. Il contrasto tra lo stato clericale e lo stile di vita è così grave e profondo da rendere don Andrea non idoneo ad esercitare il ministero. Inoltre la sua figura è stata talmente compromessa da non poter essere ripresentata, anche in presenza di suo sincero pentimento, ad alcuna comunità. Per questi motivi comunico che per don Andrea abbiamo aperto la procedura per la sospensione a Divinis in attesa di approfondire i termini che possono portare alla dimissione dallo stato clericale».
Fonti locali riferirono cos’avesse scritto agli amici, all’indomani dello scandalo, tramite un sms: «Dimenticatemi, don Andrea non esiste più».
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Invece, dopo essere stato ridotto allo stato laicale e con il suo processo penale si è concluso con un anno di reclusione e sospensione condizionale della pena, eccolo qui. Stavolta nei panni di scrittore. Non dovrebbe risultargli difficile essere più bravo come scrittore che come parroco.
Ma le polemiche sono già alle porte. Una delle sue vittime ha commentato al Corriere della Sera: «Cosa ne penso del fatto che abbia scritto un libro? Guardi, credo si commenti da solo…».
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