Ezio Casali: ”Il Lambrusco per riscoprire gli antichi gusti agresti. E la Cantina Caleffi, col Lambrusco d’Annata può aprire strade”
Bella persona chiara, diretta, controcorrente, mai banale, intelligente e fuori dagli schemi, insegnante (Gestione ambienti e territori, Produzioni vegetali e Trasformazioni di prodotti le materie insegnate), membro dello Iasa con sede a Brescia (International Academy of Sensorial Analysis – Accademia internazionale analisi sensoriale), appassionato, preparato, ricercatore e competente Wine and Food Lover.
Caleffi, fratelli viticoltori e sognatori: “La voglia di Lambrusco è tanta” – GUARDA
Queste e tante altre belle cose è Ezio Casali (nella fotografia è quello a destra, ripreso in compagnia del Paparazzo Giulio “King” Giordano, ndr) intraprendente cremonese del fare, col quale abbiamo scambiato quattro chiacchiere …
Coltivi sempre l’idea di instaurare una collaborazione tra scuola e il Bontà di Cremona…
Il salone delle Eccellenze Alimentari cremonese è legatissimo al settore agroalimentare, quindi, Stanga e il corso Enogastronomico dell’Einaudi, senza dubbio potrebbero diventare interlocutori attivi, propositivi e costruttivi per la fiera autoctona. Ovviamente bisognerebbe pensare bene la cosa, ma le idee si trovano, basta volerlo.
In questi tempi di ripartenza, convivendo col maledetto virus, l’agricoltura sostenibile è uno spunto buono per ripartire?
Lo deve essere per forza poiché il mondo sta cambiando e la politica ambientale chiede una svolta all’insegna del totale rispetto ambientale. Posso aggiungere un pensiero a tal proposito?
Prego…
La sostenibilità è l’obiettivo da inseguire ed è raggiungibile, ma le istituzioni, sotto forma di contributi o agevolazioni fiscale, abbinando pure azioni tese a ridurre la tipica, estenuante burocrazia italiana dovrebbero riconoscere l’impegno agli agricoltori e agli imprenditori agricoli che si adopereranno per diventare sostenibili.
I viticoltori, gli unici della provincia di Cremona, Davide ed Emanuele Caleffi sostengono che reintrodurre, la coltivazione della vite, beh male non farebbe alla microeconomia autoctona…
La vite dalle nostre parti è sempre stata coltivata con finalità enologiche, quindi sì… perché no? Tra l’altro come scuola collaboriamo da tempo con la Cantina Caleffi e insieme ci stiamo dando da fare per lanciare L’Igt provincia di Cremona. Una volta il nostro territorio era denominato Basso Cremonese Vitato, poi sono arrivati il mais e la zootecnia e si è disperso tutto.
So che recentemente sei stato avvistato a Spineda, precisamente alla premiata e premiante Cantina Caleffi per … diciamo una particolarissima degustazione, vero?
Chapeau al coraggio di Davide ed Emanuele per avermi proposto di degustare le loro annate passate di Lambrusco. E proporre questo vino in versione, mi si conceda il termine, invecchiato, sì … potrebbe rivelarsi una bella partita, squarciante, tutta da giocare e interpretare.
Giornalisti del settore e addetti ai lavori dipingono questo 2022 come l’anno del Lambrusco…
Finalmente questo bistrattato rosso italiano ritorna protagonista. E sai perchè?
Dimmi…
C’è tantissima voglia di ritrovare i sapori sani, genuini e veri di una volta: tanto sulle tavole, quanto nei bicchieri. E i Caleffi, da sempre operano in questa direzione.
A cosa stai lavorando per quanto riguarda l’interessante campo delle Malvasie italiane?
Vitigno e vini fantastici, da scoprire, riscoprire, assaggiare, studiare e proporre le Malvasie. E da “Malvasista” ricercatore mi sto costruendo il mio personale bagaglio culturale visitando aziende vitivinicole che producono Malvasia. Vi consiglio di assaggiare quella prodotta dai Caleffi, con la tipologia ferma che sta arrivando sul mercato. Ah … pure la cantina, tipicamente piacentina, La Tosa, produce un’ottima Malvasia.
Stefano Mauri