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Che fine ha fatto Massimo Riella? L’incredibile storia del fuggitivo protetto da un’intera valle

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Massimo Riella, accusato di un’odiosissima rapina ai danni di una coppia di anziani, è evaso durante un permesso. E ha trovato rifugio tra tutti gli abitanti del paeseIl padre lo ha incontrato e non ne fa mistero: “La gente se lo passa di casa in casa”. Nessuno nella valle lo crede infatti colpevole. Al genitore l’uomo ha consegnato un biglietto per il giudiceDopo un incontro con la polizia penitenziaria nei boschi, un agente ha esploso dei colpi. Riella è scomparso. Ha fatto sapere di essere ferito, ma di star bene. Ma dove sia ora, nessuno lo samassimo riella

Da oltre un mese è evaso e di lui, dopo una sparatoria avvenuta nei boschi sopra Dongo, ora non si hanno più notizie. Si chiama Massimo Riella ed era finito in cella per un reato odiosissimo: la rapina ad una coppia di novantenni nella casa sulla strada che Brenzio, frazione di 36 abitanti di Gravedona ed Uniti, porta al lago.

Si sarebbe portato via 700 euro e sul coltello utilizzato per il colpo c’era il suo dna. Solo che il rapinatore indossava un passamontagna e lui si protesta innocente.

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massimo riella

Senonchè, durante un permesso per visitare la tomba della madre Agnese, da poco morta, non appena sceso dal furgone della polizia penitenziaria, era fuggito. Da allora di lui più nessuna traccia per un mese. O quasi: «Oh insomma, sveglia! La gente se lo passa di casa in casa, il mio Massimo non vaga nei boschi cacciando a mani nude… Lo tengono una notte a testa, quindi riparte. Semplice».

A dirlo al Corriere della Sera non era certo uno che ce l’aveva con lui. No. Ad ammetterlo candidamente era il padre Domenico, certo, come tutti in paese, che non fosse stato Massimo a macchiarsi di quel vergognoso reato. Poi, nel corso di un incontro nei boschi sopra Dongo con la polizia penitenziaria, gli agenti hanno sparato. E Massimo è sparito del tutto. Dove, nessuno lo sa.

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massimo riella domenico

VUOL TROVARE IL COLPEVOLE

L’escalation è iniziata con le dichiarazioni di papà Domenico, che aveva raccontato: «Siamo già d’accordo che ce lo porto io, ai carabinieri. Prima però bisogna arrestare il vero colpevole. Il mio Massimo è mezzo matto, m’ha fatto disperare… Però non è tipo da picchiare gli anziani. Lui è fuggito per dimostrare la propria innocenza. Anche se ho il terrore che voglia farsi giustizia da solo. Casomai l’accoppa…».

Diceva di aver presente chi fosse il colpevole, anche se non ne ricordava il nome. Comunque «un amico di Massimo. Traffica con la droga». Uno che dormì dal figlio e «così ebbe l’occasione per incastrarlo, adoperando una lama sulla quale c’erano le impronte di mio figlio. Non ci vuole un genio».

Massimo ha 48 anni e non è uno stinco di santo: «Per carità, avrà fatto sei, sette anni di cella, chi lo discute è scemo. Ma lui, anzi l’intera valle, che dico, ogni angolo delle montagne, esclude abbia preso di mira due poveri vecchi».

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MASSIMO RIELLA

UN BIGLIETTO PER IL GIUDICE DI MASSIMO RIELLA

Lui stesso aveva incontrato Massimo, il quale gli aveva consegnato delle carte da dare ai carabinieri di Gravedona. Dicono che gli investigatori, per ritrovarlo, siano stati costretti a inseguire pizzini di qualcuno lasciati di notte per comunicare con l’evaso.

Dicono anche che Massimo abbia scritto un biglietto al giudice in cui ribadisce la propria innocenza e chiede gli arresti domiciliari: “Come prima cosa le porgo le mie più sincere scuse per il casino che ho buttato in piedi ma le dico subito che ho 48 anni. Nella mia vita sono stato condannato parecchie volte e giustamente per i miei reati commessi. Li ho pagati come deciso dai giudici. Questa volta io sono innocente”.

Di certo le prime due persone che lo avrebbero ospitato, marito e moglie di Dosso del Liro, sono state indagate per favoreggiamento dal pm Alessandra Bellù. Ma una storia così non si era mai sentita.

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MASSIMO RIELLA

L’INCONTRO NEI BOSCHI

Dell’incredibile fuga di Massimo aveva parlato anche la figlia, con Fanpage: «Se c’è un’intera valle che lo copre vuol dire che è una brava persona. Io non l’ho mai sentito da quando è evaso. So che è in zona, sui nostri monti».

E anche lei aveva precisato al Corriere che papà «ne ha combinate parecchie. Ma parecchie proprio. Però no, nel caso specifico non è tipo da entrare nelle case degli anziani e rubar loro i soldi».

Poi era toccato all’ultima ex compagna, Sara, da cui ha avuto due figli, ancora minorenni. Pure lei non credeva alla rapina perché «se aveva bisogno di soldi, non serviva inventarsi un agguato: bastava presentarsi dal papà e come sempre gli avrebbe dato il denaro». Quindi aveva mandato un messaggio all’ex: «Massimo, adesso falla finita, pensa ai tuoi figli e chiudi questa vicenda, presentandoti al cancello della prigione».

Di fatto, Massimo ha infine incontrato sopra Dongo il papà e un agente della polizia penitenziaria, per convincerlo a costituirsi. Dirà la figlia a Fanpage: «A un certo punto l’agente ha fatto partire un colpo. Mio nonno ha urlato e mio padre è scappato. Sarebbero allora partiti altri colpi che potrebbero averlo ferito. Anche se l’agente avrebbe detto di aver sparato in aria». Massimo si è lanciato in un dirupo. Ed è sparito, senza farsi nemmeno più sentire dai famigliari. Domenico ha denunciato l’episodio, temendo che il figlio sia ferito e sperando di attivare il soccorso alpino: «Se non lo trovano vuol dire che sta bene».

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massimo riella

MASSIMO RIELLA È FERITO, MA STA BENE

Dopo giorni di silenzio, a Fanpage è tornata a parlare la figlia: «Mio nonno ha ricevuto una chiamata da un uomo che gli ha riferito che mio padre è ferito ma sta bene. Sicuramente si è curato la ferita con i metodi del nonno, ovvero con rimedi naturali che si possono trovare anche nel bosco. Certo è che proiettili all’interno non ne ha, magari è stato preso di striscio».

E nella valle se lo chiedono adesso tutti: che fine ha fatto Massimo Riella?

 

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