Lucia Raso nel novembre 2020 precipitò dalla finestra della camera del fidanzato in Baviera. La Procura di Verona ha indagato il giovane per omicidio volontarioPer gli inquirenti non si tratterebbe dunque di incidente, ma di un delittoLa difesa fa però sapere che l’iscrizione sul registro degli indagati si è resa necessaria per compiere “atti irripetibili”La ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca VeraBenno Neumair a processo. Parla la sorella Madè: “Forse si sentiva un fallito” – GUARDAVERONA –
Il giallo di Monaco di Baviera arriva ad una svolta, tredici mesi dopo la morte di Lucia Raso, precipitata dalla balaustra della casa del fidanzato il 23 novembre 2020. L’uomo, Christian Treo, pizzaiolo veronese, è indagato per omicidio volontario. I genitori della 36enne, Pietro e Xenia Sonato «informati della morte di nostra figlia soltanto a distanza di 20 ore» non avevano mai creduto all’ipotesi dell’incidente.
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LA MORTE
Lucia faceva la commessa in una boutique del centro della città. Era andata in Germania per trovare Christian, dove l’uomo, 37 anni, era emigrato per fare il pizzaiolo in un locale gestito da italiani, La Osteria. La sera della tragedia c’era stata una cena come tante. Ma cos’era successo prima che lei cadesse dalla finestra? Come ci era arrivata lì?
Christian inizialmente parlò a Chi l’ha visto? di un «tragico incidente, lei è scivolata». Mentre i due camerieri siciliani presenti, Francesco e Alessandro, che alloggiavano lì per lavoro, dissero: «Se sei uomo devi dire la verità, Christian, racconta cos’è realmente accaduto quella sera».
Francesco aggiunse: «Christian e Lucia avevano litigato, lui l’ha presa per un braccio e l’ha trascinata per portarsela in camera».
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Gli inquirenti teutonici ipotizzarono una fatalità, ma in Italia iniziò ad occuparsene la Procura di Roma, competente per gli italiani morti all’estero, e poi quella di Verona. Al Corriere della Sera la mamma di Lucia disse: «Vogliamo la verità, abbiamo organizzato una raccolta fondi per sostenere le spese legali che questa nostra battaglia comporta. Lo facciamo per Lucia, troppe cose non tornano, molti particolari non quadrano».
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Christian tornò a parlare ai microfoni di Federica Sciarelli, svelando dettagli inediti che, sostenne, aveva prima «deciso di tacere per rispetto dei genitori di Lucia».
Ovvero, poco prima di precipitare nel vuoto, Lucia gli avrebbe detto «che stava male, era convinta che le avessero messo qualcosa nel bicchiere e indicò i miei due coinquilini». E si difese così dalle loro accuse: «Eravamo felici. Non avrei mai fatto del male a Lucia e mi dispiace di non aver potuto avvisare subito i suoi genitori».
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LA SVOLTA
Però, altre cose nell’inchiesta affidata al pm Stefano Aresu, non tornerebbero. Scrive Repubblica che se “L’esame autoptico non ha poi rilevato altri traumi o lesioni diversi da quelli provocati dalla caduta. Nessun segno di violenza, quindi”, un particolare importante stona: “Nel sangue di Lucia, commessa nel negozio Yves Rocher in via Mazzini a Verona, non sono stati trovati valori elevati di alcol. Elemento questo, che cozza con la versione fornita da Treo, che a pochi giorni dalla tragedia aveva parlato della fidanzata talmente ubriaca da assumere quella rischiosa posizione sul davanzale della finestra”.
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La mamma di Lucia dice: «Io sono convinta che mia figlia non sia morta per un banale incidente. Nessuno me la restituirà ma credo di avere il diritto di sapere la verità». Gli investigatori non hanno chiuso l’inchiesta, ma una fonte rivela a L’Arena, il quotidiano di Verona: «L’indagine è delicata e complicata; dopo i primi accertamenti in Germania il fascicolo è transitato a Roma ed è finito in procura a Verona».
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Aggiunge il quotidiano: “C’è un altro particolare che ha sempre lasciato scettici i genitori di Lucia e il fratello Fabio. I famigliari sono stati avvisati da sei vigili urbani di Verona della morte della trentaseienne a 20 ore dalla tragedia. Il giorno della morte, Treo non ha mai chiamato dalla Germania per avvisare della morte di Lucia. Lui si è giustificato, affermando che il cellulare gli era stato sequestrato dalla polizia tedesca. Ha aggiunto di aver avvisato subito suo padre perchè ricordava il numero a memoria. E infatti i suoi genitori si sono precipitati a Landshut subito dopo la tragedia. Resta la circostanza incontestabile che al momento della caduta di Lucia in quella stanza c’era solo Treo”.
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Ma per la difesa di Christian l’iscrizione sul registro degli indagati per omicidio volontario risalirebbe allo scorso agosto e sarebbe dovuta alla necessità della Procura di compiere un atto irripetibile per stabilire eventuali responsabilità nella dinamica dell’incidente mortale, come riporta Il Resto del Carlino.
Il giallo, insomma, è tutt’altro che chiuso.