Antonio Conte, il mercato e Fabio Paratici: ecco cos’è successo tra i due
Clamoroso nella capitale economica e calcistica, dell’Inghilterra verrebbe da dire, poiché durante una delle scorse la conferenza stampa col suo Tottenham, mister Antonio Conte ha lasciato capire che, in pratica, beh ingaggiò un duello a distanza con Fabio Paratici, allora direttore sportivo della Juve, per portare (senza riuscirci) all’Inter Dejan Kulusevski, attuale giocatore degli Spurs, appunto già acquistato in passato dall’ex dirigente bianconero.
Ecco cos’ha detto: “Chiesi di lui quando ero all’Inter. Praticamente diedi io un suggerimento a Paratici. Però voleva tagliarmi fuori, non per rinforzare la Juventus, solo per fare un danno a me. Una cosa simile la provò. Invano, nell’estate 2019 provando a prendere Lukaku”.
E a questo punto sorge spontaneo un quesito: ma a Torino, gli addetti ai calciomercato juventino, fino a poco tempo fa facevano mercato soprattutto per indispettire l’ex coach Conte? Mah…
Nuovi protagonisti
Intanto, l’assoluto protagonista delle ultime partite del Sassuolo: il centrocampista Hamed Traorè è oggi una delle stelle della squadra di Dionisi (allenatore da Juve).
Ebbene Traoré nel 2019 fu acquistato dal club neroverde in sinergia proprio con la Juventus. In pratica, il Sassuolo fissò con l’Empoli l’accordo per un prestito biennale con obbligo di riscatto fissato a 16 milioni di euro. Ma in quell’operazione c’era la regia della Juventus che due anni dopo – quindi nell’estate 2021 – avrebbe potuto acquistare Traoré dal Sassuolo 18 milioni di euro, riconoscendo quindi alla società emiliana un premio di valorizzazione.
L’addio di Marotta
Ora però quell’opzione è scaduta e la valutazione del tuttocampista (farebbe comodo a Max Allegri e a tanti altri top trainer) ivoriano è più alta rispetto a quella fissata ormai due anni e mezzo fa. E’ innegabile che dall’autunno 2018 allo scorso inizio estate, l’addio di Marotta (ora Deus ex Machina dell’Inter) non è stato assimilato nella Torino juventina che conta. Ora la musica è cambiata.
Stefano Mauri