Delittisocietà

Lo strano caso di Anthony Robinson, il serial killer del carrello

Tutti i misteri di The Shopping Cart Killer

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Aumentano le presunte vittime del cosiddetto killer del carrello, dopo che un quinto cadavere in avanzato stato di decomposizione è stato trovato in un carrello di un market abbandonato. Si chiama Anthony Robinson, 35 anni, arrestato a fine novembre: tutte le vittime sono state ritrovate dentro carrelli abbandonati

 

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WASHINGTON – Adescava le vittime in Rete, le invitava in un motel e le uccideva. Ma è il modo in cui si liberava di loro ad aver portato gli inquirenti ad individuare un singolare serial killer: le abbandonava infatti all’interno di un carrello di un supermercato. Tanto da essersi così guadagnato il triste soprannome di “the Shopping Cart Killer”, il killer del carrello della spesa. Si chiama Anthony Robinson, ha 35 anni e si trova in carcere da novembre.

Ma quante siano le donne che ha realmente ammazzato ancora non si sa. Perché di recente, in un carrello da supermercato abbandonato nei pressi di Union Station, nel cuore di Washington, a due passi da Capitol Hill, è stato trovato un altro cadavere in avanzato stato di decomposizione. Si sa solo che si tratta di una donna, avvolta dentro ad un telo. Gli inquirenti ritengono che sia la sua quinta vittima.

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IL SERIAL KILLER

Del passato di Anthony si sa ancora davvero poco. Afroamericano, è in cella nel penitenziario di Rockingham, in Virginia. Ma è un tizio senza fissa dimora. Nessuno sa bene da dove arrivi e quale sia la sua famiglia. Tanti vagabondi sono soliti girare con un carrello da supermercato per trasportare i pochi beni in loro possesso. E potrebbe spiegarsi così l’abitudine di liberarsi dei corpi delle vittime in questa maniera: chiuse dentro sacchi di plastica all’interno di un carrello lasciato in una boscaglia. Era successo a due donne alle porte di Alexandria e poi ad altre due vicino a Washington. Tutte tra i 29 e i 54 anni, una di esse incinta e una madre di sei figli.

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Le prime vittime sono Allene Elizabeth “Beth” Redmon, 54 anni, di Harrisonburg, e Tonita Lorice Smith, 39 anni, di Charlottesville, entrambe ritrovate ad Harrisonburg, in Virginia, nel novembre 2021. Kelley Warner, capo della polizia di Harrisonburg, ha detto che se il ritrovamento è avvenuto più o meno nel medesimo momento, le donne sarebbero però state uccise in tempi diversi. Dopo loro è toccato a Cheyenne Brown, 29 anni. O almeno si è quasi certi che si tratti di lei: «Abbiamo un tatuaggio che è stato identificato positivamente dalla sua famiglia come il tatuaggio di Cheyenne – spiega la polizia – e il motivo per cui stiamo aspettando ad ufficializzarlo è che fino a quando non avremo la conferma del dna o dalla dentatura che si tratti di Cheyenne, continueremo a cercare, perché crediamo che possano esserci altre vittime nell’area e in tutto il Commonwealth della Virginia».

C’è una quarta non ancora identificata. E ora, una possibile quinta vittima. Gli inquirenti non escludono, dunque, ce ne siano altre. Bisogna sfogliare il registro delle persone scomparse, scandagliare le campagne, verificare i percorsi su cui si muoveva il serial killer.

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L’ADESCAMENTO

Ma come faceva Anthony, un homeless, ad adescare persone tanto diverse e con tanta facilità? Semplice. Usava la Rete, grazie alla quale ognuno può fingersi qualcun altro. In particolare i siti di dating online, quelli degli appuntamenti. Il suo preferito era il canadese “Plenty of Fish”. Cosa raccontasse loro non si sa. Però doveva avere molta fantasia ed essere estremamente convincente, perché le attirava per un primo appuntamento in un motel, dove tuttavia le colpiva facendo perdere loro conoscenza per poi ucciderle.

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Il carrello non è l’unico filo rosso che porta le vittime a lui. Ci sono infatti anche le tracce lasciate su internet e il cellulare: pure per la quinta donna ammazzata l’ultima chiamata sul telefonino risultava fatta con il vagabondo afroamericano. Il serial killer avrebbe insomma lasciato un numero notevole di prove che portavano fino a lui. Ma anche se giudicato colpevole, potrebbe riuscire ad evitare la condanna a morte, sedia elettrica o pena di morte che sia: proprio a marzo 2021, infatti, il governatore democratico Ralph Northam ha firmato la legge che fa della Virginia il ventitreesimo stato Usa ad avere abolito la pena capitale.

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