MomentoPoterisocietà

Presidente di tutti gli italiani (forse)

(continua dopo la pubblicità)

Sapete a quanti italiani interessava realmente la corsa al Quirinale? Date un’occhiata a quello che abbiamo scoperto…

 

Non so se ricordate l’ultima tornata elettorale, quando a votare andò meno di un italiano su due, nonostante ci fosse di mezzo anche la guida delle più importanti città italiane: chi vinse esultò e si esaltò per il risultato, senza rendersi minimamente conto della scollatura del Paese. Il livello di sfiducia nelle istituzioni è addirittura peggiorato nei mesi successivi e ormai è tale che a breve un politico si vergognerà a dire di essere uno che frequenta il Palazzo per professione. Sulla Rete le polemiche sono all’ordine del giorno.

Basta vedere un qualunque post del più seguito dei leader sui social network, Matteo Salvini, per averne conferma: che si tratti di un post sul cagnolino ritrovato o di un gesto eroico di un poliziotto o ancora della denuncia di una violenza, i commenti irritati vertono su tutt’altro argomento e sono incentrati sul senso di abbandono che vivono i cittadini.

Devastati dalle bollette, dal caro benzina, dalla disoccupazione, da stipendi addirittura più bassi di quelli del 1990, da cartelle esattoriali e tasse asfissianti, dai super green pass che bloccano tutto (da ogni tipo di lavoro fino al consumo di un caffè e all’acquisto di sigarette e giornali) abbiamo intrapreso un’innovativa e probabilmente inconsapevole forma di protesta: in sostanza, non ci interessa più nulla di quanto accade nelle stanze del potere.

Lo dimostra più di ogni altra cosa l’elezione per il presidente della Repubblica, ovvero il grado più alto tra le cariche dello Stato, colui o colei che dovrebbe rappresentare tutti noi. Per mesi nei corridoi del Transatlantico non si è parlato d’altro. E nelle ultime settimane giornali, siti dei quotidiani e tv hanno riempito pagine e palinsesti ad ogni ora, con speciali, simulazioni di voto, toto-nomi.

Bene. Lunedì 24 gennaio le maratone televisive si sono sprecate. C’era enorme fermento e attesa. Ma solo tra Lorsignori. A tenere incollati al televisore gli italiani non c’è stato infatti alcuno speciale, bellamente ignorati dalla stragrande maggioranza dei cittandini, ma il Grande Fratello Vip, con Alfonso Signorini che cacciava dallo studio Alex Belli, segnando un nuovo record di share al 23,6%. Si dirà che forse i più interessati erano allora quelli che vanno sulla Rete e che dunque si tengono aggiornati minuto per minuto. Allora abbiamo atteso la sera di martedì 25 gennaio, dopo la seconda fumata nera, e abbiamo dato un’occhiata ai dati di Google sulle parole più cercate nelle ultime 24 ore. E qui in effetti l’attenzione c’è stata, ma solo in serata, con un milione di ricerche per vedere l’esito delle consultazioni: esattamente la metà di quelle fatte nello stesso giorno con le parole “Giorgio Gaber”, per l’anniversario della sua nascita. E al pari di quanti si informavano per sapere se Matteo Berrettini avesse raggiunto o meno le semifinali nell’Australian Open.

Se consideriamo che i quotidiani in edicola vendono ormai pochissimo, possiamo essere così certi che agli italiani non interessa nemmeno più chi va al Quirinale. Il distacco tra Paese legale e Paese reale appare insanabile. Non c’è promessa, impegno o auspicio che tenga. Nessuno si fida più, siamo indifferenti a chi tiene le redini della Penisola, permeati da un pessimismo palpabile e da un’insofferenza sempre più forte alle nuove, snervanti regole di convivenza, tali che spesso rasentano e talvolta perfino superano l’idiozia.

Ne abbiamo avuto prova in provincia di Bergamo, vedendo in una classe elementare costretta alla Dad – la didattica a distanza – un solo bambino a lezione in presenza, in quanto nel momento in cui due suoi compagni erano risultati positivi, si trovava all’estero. Al suo ritorno non c’era così bisogno di lasciarlo a casa come gli altri. Era lì, in un deserto di banchi e di amici, ma costretto a tenere pure per ore la mascherina sul volto. Una cosa senza senso, il delirio della burocrazia. Pochi giorni prima una donna incinta, vaccinata con due dosi e in attesa della terza, era giunta ad un pronto soccorso di Sassari con forti dolori di pancia. Ma non l’avevano visitata perché volevano un tampone molecolare: la donna ha perso il bimbo.

Sicchè non ci ha colto di sorpresa quanto successo a Casoria, dove qualcuno ha rischiato di perdere il senno: un signore di 88 anni voleva entrare in un bar per prendersi un gelato, ma senza avere con sè il green pass. Quando il vigilante si è messo di traverso sbarrandogli l’ingresso, l’anziano gli ha puntato una scacciacani contro. Poi ci ha ripensato, l’ha messa via e si è allontanato. Difficilmente, una volta giunto a casa, sarà stato tentato dalla voglia di capire chi fosse il suo nuovo Presidente.

 

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