I delitti del Mostro di Firenze sono materia così complessa da sembrare non riassumibile in un “manuale”, ovvero un compendio allo stesso tempo completo e di agevole consultazione.
Da quando è stato pubblicato il libro di Paolo Cochi “Mostro di Firenze. Al di là di ogni ragionevole dubbio”, non è più così.
Il manuale sul Mostro lo abbiamo.
È un volume ponderoso, più cinquecento pagine, ma una maggior sintesi sarebbe stata proprio impossibile tenuto conto che la pubblicistica sull’argomento è oramai così sterminata da richiedere per sé un’intera biblioteca.
Il libro si rivolge agli appassionati, la folta schiera, sempre in aumento, dei “mostrologi” , attratti da questo caso di cronaca nera straordinario e inquietante. Ma è fruibile con profitto anche dai neofiti che si accostino per la prima volta alla vicenda, e vogliano farsene un’idea più approfondita di quella che si ricava seguendo la stampa che, ricorrentemente, torna ad occuparsene.
Lo speciale di Fronte del Blog dedicato al Mostro di Firenze – QUI
Cochi nel compilare questo “manuale”, si è dato un metodo semplice e rigoroso, che segue da quando, parecchi decenni fa, si è accostato all’inchiesta del “serial killer delle coppiette” : riferirsi sempre a fatti e testimonianze documentate e riscontrabili, non solo quando si limita a raccontare quanto è accaduto nei quaranta e più anni in cui il più grande mistero della cronaca nera italiana si è dipanato tra omicidi, indagini e processi, ma anche e soprattutto quando tratta il punto centrale dell’enigma investigativo, ancora oggi aperto: chi ha veramente commesso gli otto duplici delitti attribuiti al Mostro?
Questo approccio empirico e induttivo ha fatto nel tempo di Cochi, apprezzato autore di documentari televisivi, uno dei massimi conoscitori delle “carte” dell’inchiesta, che ha continuato puntigliosamente a consultare e raccogliere, quando possibile direttamente alla fonte, ovvero negli archivi, giudiziari e delle forze di polizia, dove essi sono custoditi.
Egli, infatti, come ama dire, si ispira alla massima tranciante che ascoltò dal magistrato che ebbe forse il ruolo più importante nelle indagini, Pierluigi Vigna: un fatto non provato semplicemente non esiste.
Proprio per questo, il libro è particolarmente prezioso laddove sottopone alla “lente di Vigna”, chiamiamola così anche se alla fine fine è niente di più niente di meno che la lente di una corretta giustizia penale, tutte le piste investigative che di volta in volta si sono percorse per arrivare all’assassino, mettendone a nudo gli aspetti condivisibili e quelli critici in relazione ai loro riscontri concreti e accertati.
Come ci si può aspettare Cochi sul mistero del Mostro ha una sua pista preferita, quella che ha al centro un equivoco personaggio, “il rosso del Mugello”. E’ stato proprio lui a riportarla alla luce nell’ambito delle sue ricerche documentaristiche, ripercorrendola e sviluppandola con rigore. Ultimamente ci sono stati importanti sviluppi, su cui si può sapere di più in due interviste rese da Cochi a Fronte del Blog, visionabili sotto.
Le interviste a Paolo Cochi sul canale di Fronte del Blog:
Uno del pregi di “Mostro di Firenze. Al di là di ogni possibile dubbio”, è che questo filone d’indagine preferenziale non riceve uno spazio e un’attenzione speciale, ma è trattato alla stessa stregua degli altri, evidenziandone i punti dubbi in attesa della necessaria verifica.
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