José Mourinho difende la sua Roma battuta pure dal Venezia e a modo suo attacca sul rigore concesso ai lagunari e contestato anche per un presunto fallo su Ibanez. Ecco le sue parole: “Abbiamo creato tante occasioni, creato tanto gioco ma aver segnato solo due reti è troppo poco. Il secondo gol del Venezia poi…, devo proteggermi, perché non posso dire quello che sta succedendo davvero. Non voglio dire più niente. Anche i cartellini gialli per falli tattici non dati. Gli episodi a sfavore? Un giorno li capirò. Certe regole sono fatte per chi capisce poco di calcio, ma sono loro che decidono. Quando arrivi a fine stagione gli errori si compensano, quando invece c’è un accumulo settimana dopo settimana… inizio a pensare che è meglio stare zitto. Io non ho mai detto che siamo una squadra da quarto posto, ma che quello è il nostro obiettivo, finché la matematica non ci condanna. Come allenatore devo mettere un po’ di ambizione e motivazione, non solo ai giocatori ma anche a me stesso. Ma non penso che questa rosa sia più forte di quella dell’anno scorso. La società ha fatto tanto, ma è stato un mercato di reazione, più che di rinforzo. Bruno Peres o Juan Jesus sarebbero stati utili.
Abbiamo perso giocatori di esperienza. Nel Milan se Kjaer è in difficoltà entra Romagnoli, nell’Inter se Darmian è ammonito c’è Dumfries. Bisogna avere due giocatori potenziali per ruolo. Oggi Karsdorp era in difficoltà e ammonito, chi avrei dovuto far giocare? Ma non è una critica alla mia società. Noi siamo una squadra in fase di costruzione. Questa stagione può anche far dolore nel cuore e nell’anima ma è molto importante per capire. Non è l’anno per sognare, ma tocca a me alzare ambizioni e motivazioni”.
Così parlò Mourinho e intanto, buoni calciatori del calibro di Villar (farebbe comodo alla Juve il metronomo spagnolo), Diawara, Kumbulla, Reynolds e Majoral, al margine del progetto giallorosso, aspettano il calciomercato invernale per cambiare aria, ma servirebbero forse pure al coach portoghese che sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori.
Stefano Mauri