Terzo e quarto appuntamento della rassegna cinematografica “cult” di Joe Denti, “Un sogno in bianco e nero”, al Cinema Italia di Sarzana, sala elettiva da sempre per il cinema d’autore. Il pubblico sarzanese ha potuto assistere alla proiezione di due vette del cinema mondiale del primo dopoguerra: “Gilda” di Charles Vidor e “Un maledetto imbroglio”, interpretato e diretto da Pietro Germi.
Dopo che, giovedì 21, è stato proiettato “Gilda” di Charles Vidor, ieri, giovedì 28, è stato il turno di “Un Maledetto imbroglio” di Pietro Germi. Ecco l’ormai canonica intervista al patron e presentatore del ciclo, Joe Denti.
Come sono andate le serate?
Molto bene. Sapevo che questa formula, riavvicinare il pubblico al cinema di qualità in bianco e nero, era vincente, e ne ho avuto l’ennesima prova.
Vogliamo dire qualcosa su “Gilda”?
“Ogni uomo che ho conosciuto è andato a letto con Gilda e si è svegliato con me”. Così si legge nella biografia di Rita Hayworth, e così ho iniziato la presentazione per il ciclo: “Un sogno in bianco e nero” del cinema Italia di Sarzana. “Gilda”, diretto da Charles Vidor nel 1946, più che un film è la consacrazione di una diva, di una donna sogno erotico di milioni di uomini, di una donna che piace alle donne. Quando Rita Hayworth appare agli occhi del pubblico, oscillando da dark lady a femme fatale, la sua immagine esplode con la forza di una bomba emotiva e non a caso verrà battezza come “atomica”. “Gilda”, noir senza tempo, è il risultato cinematografico di una serie di circostanze favorevoli a tutti coloro che vi hanno partecipato, rapiti dal misterioso fascino di quell’oscuro oggetto del desiderio di nome Gilda.
E per quanto riguarda “Un maledetto imbroglio”?
Oserei dire che considerare Germi un grande del cinema italiano è riduttivo. Il suo linguaggio cinematografico si pone al di sopra di ogni confronto. Uomo che amava definirsi “all’antica”, burbero e schivo, taciturno e solitario, ha coltivato il suo modo di fare cinema attraverso la grande lezione del neorealismo contaminandolo con la tradizione hollywoodiana, essendo lui un grande appassionato, in particolare del genere noir. “Un maledetto imbroglio”, tratto da un romanzo di Carlo Emilio Gadda, è il titolo seminale del poliziesco italiano. Un film dalla regia magistrale che anticipa tutti gli elementi e le caratteristiche di un genere che prenderà il via negli anni 70′, un genere che i cosiddetti intellettuali della critica snobberanno e disprezzandolo dandogli il termine di “poliziottesco”. Ma è noto che: “I critici sono condannati per tutta la vita a parlare male dei film che piacciono al pubblico”.
Le tue affascinanti rivisitazioni del cinema che non invecchia mai continueranno, ci auguriamo!
Certo! La conferma il pubblico, numeroso ad ogni proiezione, che ha assistito a questo ciclo di film senza tempo al cinema Italia di Sarzana. Un banco di prova per far diventare “Un sogno in bianco e nero” un appuntamento fisso. Un sincero grazie per tutti coloro che hanno gradito le mie presentazioni, tutte raccontate attraverso l’aneddotica, che personalmente ritengo contagiosa per parlare di un film come se fosse un film. A ben arrivederci!
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