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Moggi tra Donnarumma e Raiola. E’ finita la storia d’amore tra Ambra e mister Allegri

L'ex direttore generale della Juve, alle prese pure col gossip, conferma che la A è un torneo di passaggio

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È finita, dopo quattro anni d’amore, la storia tra Massimiliano Allegri e Ambra Angiolini. Lo scrive il settimanale Chi, che parla di una lunga crisi che avrebbe travolto la coppia negli ultimi mesi (nata ancora prima del lockdown), evidenziando come l’allenatore tornato sulla panchina bianconera ha preso casa a Torino mentre l’attrice è rimasta a Milano, nella città in cui erano andati a vivere insieme.

Detto ciò, Luciano Moggi, ex direttore generale di Napoli e Juventus, è intervenuto ai microfoni de “I Tirapietre”, programma condotto da Luca Cirillo, Donato Martucci e Francesco Capodanno, sulle frequenze di Radio Amore Campania. E ha parlato del passato e del presente, confermando, indirettamente quanto il DEus Ex Machina dell’Inter Marotta ripete da tempo. E cioè che ormai la serie A è un torneo di passaggio per i grandi calciatori. Categoria alla quale appartiene Donnarumma. Ecco quanto dichiarato da Moggi:

“La foto con Mino Raiola alla festa di Ibrahimovic? Lo chiamavano il “pizzaiolo”, lui è nato con me. Ho visto in lui la furbizia di addentrarsi nel campo di calcio, è diventato uno dei procuratori migliori. Ha un carattere eccellente. Con Mino ho costruito la Juventus del 2005-2006, una squadra imbattibile. L’ho mandato a prendermi persino Emerson dalla Roma, e non era lui il procuratore. Se saputo utilizzare, può diventare importante per un club. In quel momento è nato Mino Raiola, ed io sono il fautore di quella nascita. Ho fatto l’osservatore per venti anni, questo mi ha portato ad avere grande conoscenza di calciatori. Paolo Rossi, Causio, Cuccureddu, c’è una sfilza di giocatori scoperti. Ma devo dire che giravo molto, ci vuole anche fortuna nel trovarli. I giocatori bravi non li scoprono i procuratori, ma lo fanno da soli, basta solo girare e scovarli. Donnarumma? Al compleanno di Ibra ho parlato con Gigio per capire le situazioni, non andrà alla Juventus, è proiettato ormai verso altri lidi. Juventus-Roma e Napoli-Torino? Per gli azzurri non sarà facile, ma il Napoli è forte, Osimhen devono marcarlo in tre. Possono vincerla. Se tira in porta colpisce la bandierina del calcio d’angolo, questo ragazzo è irrefrenabile. I bianconeri sono una squadra a immagine e somiglianza di Allegri, sarà una partita di rimessa per la Juventus, giocheranno in contropiede. Ho questa sensazione”.

Così parlò Big Luciano.
Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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