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Luigi Cazzaniga : “L’attento alle Torri Gemelle ferita sempre aperta, ero là. L’Inter? Chieda i soldi ai procuratori”

L'artista di Soncino, cittadino di New York presenta il suo documentario sul vile attentato del 2001

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Filmaker, fotografo, scrittore, artista e pittore, Luigi Cazzaniga è reduce da un lungo periodo in Italia, dove, in compagnia della moglie Ilka Scobie ha trascorso l’estate nel suo incantevole palazzo nel centro di Soncino, meraviglioso Borgo Medievale italiano in provincia di Cremona.

Luigi, figlio di Vincenzo Cazzaniga, petroliere di fama internazionale vive a New York dal 1984, ma appena ha un attimo libero ritorna nel Bel Paese italico a per ricaricare le batterie. Grandissimo fotografo, ha fotografato la moda e i suoi eventi collegati tra gli anni Settanta e Ottanta. Poi ha cambiato genere iniziando a intervistare personaggi famosi, tra i quali il regista Oliver Stone. Rientrato negli Usa, in questi giorni, l’Eccellenza socinese da esportazione è atteso dalla presentazione del suo filmato girato vent’anni fa, quando con la moglie Ilka, fu testimone dell’assurda caduta, causa attentato terroristico brutale, delle Torri Gemelle. Ergo sabato 11 settembre Cazzaniga, presso la Tompkins Square Library presenterà “Luigi Cazzaniga’s 9/11: What I saw” editato da Herman Valle e prodotto da lui stesso. E la sua è una testimonianza unica, agghiacciante come ci ha raccontato il diretto interessato nei giorni scorsi mentre si stava recando al mercato nweyorkese della verdura:“Ero andato a filmare un evento di moda presso il Trade Center e contemporaneamente ricevetti due telefonate da due amiche che mi informavano dell’attacco aereo alle Twin Towers. Mi precipitai immediatamente fuori e ho visto con i miei occhi quello che stava accadendo”. E’ ancora commosso, scosso Cazzaniga nel raccontare ciò che ha vissuto in quel maledetto giorno di settembre entrato tristemente nella storia moderna: ”Nonostante l’assurdità dolorosa di quei momenti tristi e indimenticabili tirai fuori la mini telecamera e iniziai a filmare la tragedia, i due areoplani che si abbattevano contro le Torri, poi il fumo, la polvere. Riuscii a filmare il crollo della prima Torre, mancai la seconda poiché agitato, spaventato, incredulo, scosso, nel trambusto micidiale sbaglia a premere il tasto. Poi con la bicicletta mi misi a girare nella tragedia e nel caos in presa diretta, tra la gente spaventata, terrorizzata che correva tra le vie insanguinate di New York”.

Il famoso filmaker ha attualizzato la versione del suo filmato proprio in occasione dell’anniversario dei vent’anni di quella che è stata la strage che ha cambiato il mondo. E adesso dopo averne trasmesso uno stralcio significativo nella sua Soncino, lo presenterà negli Usa e al globo terrestre.

Grande interista e autore di un libro dedicato al team nerazzurro, inevitabilmente, per vedere l’effetto che fa, al vulcanico Luigi Cazzaniga abbiamo chiesto infine un parere sull’azionariato popolare, progetto teso a sostenere economicamente il team di proprietà del gruppo cinese Suning, ideato dall’Interspac dell’economista cremonese Carlo Cottarelli e… pronto a partire. Questa la non banale risposta del fotografo – regista: “Mah approfondirò la cosa, ma cercherai altri modi per trovare soldi. Per esempio, dato che sono i padroni del football, poiché non chiedere denaro ai procuratori?”

 

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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