Anticamente lo zafferano trovò nel terreno a nord del fiume Po una zona tanto fertile e ricca di sostanze da diventare la rigogliosa spezia magica di tutti i nobili del ‘500,ed era una delle spezie principali, quindi un dono, che gli Sforza e i Visconti regalavano ai diplomatici e ai nobili in visita a Milano. Tornando ai giorni nostri, dalla Bassa Cremonese, o meglio, Casalasca, precisamente a Isola Pescaroli di San Daniele Po, arriva, l’eccellenza agreste Slow Food denominata Prima Zafferano (www.primazafferano.it), con la spezia nella fattispecie coltivata e raccolta in stimmi, capace di arricchire ricette classiche e sperimentali e generosa di benefici per la salute. Con Arianna Larini, frizzante, propositiva, creative Deus Ex Machina appassionata della bella realtà agricola di San Daniele, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
Quando ti sei scoperta zafferanista?
Nel 2018 piantammo, in un terreno dell’azienda agricola familiare i primi fatidici 7000 bulbi per tastare, dal vivo, la vocazione dei nostri terreni alla coltivazione della spezia e… da lì partì la nostra avventura. Quest’anno siamo al .
Sbaglio o per darti per così dire all’agricolturahailasciatotutt’altraattivitànellametropolimeneghina?
Sono laureata in Economia e specializzata in Marketing aziendale e lavoravo in ambito bancario e finanziario. Quindi sì ho mollato Milano e praticamente sono tornata a casa, alle origini intraprendendo appunto una nuova attività.
Pentita della scelta fatta?
Assolutamente no, tutt’altro: tornassi indietro rifarei tutto prima, così avrei avuto l’opportunità di interagire con mio nonno, purtroppo scomparso proprio in concomitanza dell’avvio di Prima Zafferano. La mia famiglia ha tradizioni agricole e sono tornata anche per non disperdere le nostre origini. Insieme alla cosiddetta agricoltura tradizionale e alla coltivazione dello zafferano cui sono destinati una parte di terreni, abbiamo un pioppeto e stiamo per partire con vari progetti che vanno dalla coltivazione di piante officinali, alla trasformazione dei pistilli alla produzione di miele, distillati e birra allo zafferano e a una sinergia con l’azienda dolciaria cremonese Tosca per produrre cioccolatini a base di cioccolato fondente e, ovviamente,zafferano.
Hai molta carne al fuoco mi pare di capire.
Esattamente.
Quella di intraprendere un’agricoltura sostenibile, può essere una strada da percorrere per ripartire dalla crisi economica scoppiata in concomitanza con la pandemia sanitaria?
Penso proprio di sì, ma occorre cambiare le abitudini degli italiani aumentando la conoscenza in materia alimentare. Lo zafferano artigianale italiano è tra i migliori al mondo ed è prodotto nel pieno rispetto della natura e della massima qualità della materia prima. Facciamo, per intenderci, qualcosa di molto diverso rispetto alle classiche bustine di zafferano acquistabili al supermercato ed è importante conoscere tali differenze per capire cosa e come mangiare. Prima Zafferano è presidio Slow Food nell’ambito della Condotta di Cremona, adesione utile per far comprendere cosa facciamo e come lavoriamo. Il Made in Italy è sinonimo di qualità nel mondo. E la mia filosofia di agricoltura sostenibile risponde a tali canoni.
Stefano Mauri