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Medico specialista in anestesia e rianimazione, il dottor Agostino Dossena è anche un informatore scientifico puntuale e mai banale attraverso il suo sito agostinodossena.it. Ecco il suo ultimo post sulle varianti del maledetto virus
Le varianti, come abbiamo detto più volte, il SARS-COV-2 è un coronavirus: sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a gravi, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie, credo ormai la conosciamo tutti
I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione
I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio
Tutti i virus mutano in continuazione: è come se il loro intento fosse quello di sopravvivere, in realtà , non essendo un essere intelligente, tutto ciò dipende dal caso risponde solo a regole statistiche: più passano da persona all’altra, maggiori sono le probabilità di una mutazione.
A volte la mutazione è l’esito della battaglia tra le difese del corpo e l’attacco del virus, e di solito ne scaturisce un virus acciaccato per effetto delle ferite riportate nella battaglia, un po’ quello che era successo alla fine della prima ondata, a volte muta spontaneamente e ne può nascere un virus più aggressivo o contagioso, come le varianti inglese, brasiliana e sudafricana, quelle conosciute e più comuni.
La buona notizia è che i vaccini attualmente in distribuzione sembrano comunque dare una buona protezione, se non altro verso la forma più grave, l’altra è che le aziende produttrici stanno già approntando la nuova versione mirata verso le varianti, e i tempi, in questo caso, sono molto rapidi, sia per la necessità di un minor numero di test, come avviene per i vaccini influenzali, sia perchè le nuove tecnologie con cui sono costruiti permettono una riprogrammazione velocissima
Quello che è certo è che, almeno per un paio di anni, di più non è possibile prevedere, sarà necessario fare la vaccinazione stagionale, come per l’influenza comune.
L’importante è che i vaccini arrivino in tempi rapidi, più la vaccinazione richiede tempi lunghi e maggiore è la probabilità che si selezionino varianti.
Così postò via social il dottor Agostino Dossena.
Stefano Mauri
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