“Avessi deciso io, non lo avrei mandato a Sanremo. Ibra è pagato dal Milan e devi avere rispetto per chi ti paga. Non si può fare il pendolare tra Milanello e Sanremo. Con tutto il rispetto, penso che il Milan avrebbe dovuto impedire la sua partecipazione. Ma lui ha voluto esserci”.
Così ha parlato domenica scorsa, mister Fabio Capello, per la cronaca il primo allenatore italiano (ah che Juve era quella), agli inizi degli anni Duemila, alla Juve di Zlatan Ibrahimovic, alle telecamere Sky nella trasmissione Club.
Già… stanco, provato, distratto dall’Europa League, il team rossonero, sconfitto dallo Spezia (team temibilissimo allenato dal bravissimo Italiano) lo scorso weekend, nell’ottica della corsa allo scudetto con l’Inter, la partecipazione (a inizio marzo: da martedì 2 a sabato 6 compresi) dell’attaccante svedese al Festival di Sanremo 2021 rischia di pagarla carissima. No?
Ergo vuoi vedere che Amadeus, presentatore, direttore artistico e deus ex machina del meccanismo, vasto, complesso e mastodontico festivaliero, da buon interista qual è, Ibra al Festival soprattutto l’ha precettato e scelto innanzitutto per fare un favore al suo Inter Milano? Mah …
Dunque più della bontà del gioco (straordinario motivatore, grandissimo valorizzatore di singole individualità, ma allenatore globalmente poco innovatore) di Antonio Conte, all’economia nerazzurra poté e giovò la scelta di “Ama”?
Lo scopriremo vivendo, ma quest’Inter resta la favoritissima nella rincorsa allo scudetto. Chapeau ugualmente al Milan.
Stefano Mauri