Nel bel mezzo della campagna cremasca, in provincia di Cremona, in quel di Ripalta Guerina, sorge una dimora, tipica architettura agreste lombarda, da favola, una fiaba che, grazie allo chef Piero Riggio (nella foto è ritratto insieme all’illustre collega Alessandro Borghese, ndr), incanta non stanca e profuma di mare.
E’ infatti la cucina a base di pesce di mare, con qualche accenno di terra, la protagonista dell’oasi gastronomica ideata da Piero. E con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere…
Che è successo venerdì scorso?
Allora avevo anticipato la decisione di aprire, in totale sicurezza, del resto la parola assembramento mai è esistita, non esiste e mai esisterà nelle ampie stanze del mio locale. E così è stato. Asporto e Delivery funzionano, per carità, ma noi restiamo osti e ristoratori e dare ospitalità a tavola è la nostra priorità. Ristori e aiuti? Briciole e noi vogliamo lavorare, quindi ho aperto pure per solidarietà nei confronti dei miei colleghi più colpiti da questa maledetta crisi. Mi fai aggiungere una cosa?
Certamente…
Dovevamo essere in tanti ad aprire, alla fine praticamente mi sono ritrovato da solo o quasi. Nessuno nega la gravità del Covid, ma se non lavoriamo, moriremo di fame, ergo o arrivano aiuti veri e sostanziosi, oppure ci consentano di fare ciò che sappiamo fare. Ma solo se faremo sistema insieme otterremo qualcosa, in caso contrario non quaglieremo nulla.
Hai avuto clienti?
Sì e sono stati felici, entusiasti, quasi increduli di aver potuto mangiare nuovamente fuori casa in serenità assoluta.
Aprirai pure il prossimo fine settimana?
No torno a fare asporto e consegne a domicilio. A proposito giovedì sarò a Milano ad acquistare, come sempre, le migliori freschezze marine.
Il tuo collega di Montodine Manuel Gimari, Oste Dandy d’Italia, sostiene che bisognerebbe distinguere, senza alimentare polemiche e proteste, tra bar e ristoranti…
Potrebbe essere una strada da percorrere, ma il governo, per decidere e avanzare proposte illuminanti è forse troppo impegnato a litigare o a cercare consensi interni. Perchè chi offre sicurezza, sanifica quotidianamente ed evita di assembrare gli ospiti non può alzare la saracinesca?
Stefano Mauri