Per carità, senza dubbio, Beppe Marotta e Fabio Paratici, vale a dire l’attuale direttore generale (area calcio) dell’Inter e il capo dell’Area Sportiva della Juventus, beh rappresentano due grandi, bravi, preparati, appassionati, professionali, competenti e lungimiranti professionisti del pallone.
Tra l’altro i due, in coppia, rispettivamente nelle vesti di general manager e direttore sportivo di Sampdoria prima e Juventus dopo, del football europeo e soprattutto italico hanno scritto meravigliose storie di football.
E … mah, il punto forse è proprio questo: cioè non è che Fabio e Giuseppe, proprio come Al Bano e Romina (metaforicamente parlando ovviamente) nella musica leggera, funzionano prevalentemente allorquando lavorano insieme?
Sì perché, per carità… pur bravissimi, tanto Marotta all’Inter, quanto l’ex allievo alla Juve, tra un colpo che piazzano e una botta che prendono stanno incontrando qualche, fisiologico, problemino.
Il Beppe per esempio non è riuscito a far digerire il centrocampista Eriksen al (proprio) trainer Conte e, gradirebbe sostituire il suo tecnico (quell’Antonio Conte che ai tempi dirigenziali juventini prese dietro input del presidente Andrea Agnelli) con Massimiliano Allegri. Paratici invece a Torino, oltre all’avviso di garanzia arrivatogli per l’affaire, da chiarire, del passaporto di Suarez (per fortuna al posto dell’attaccante uruguaiano è arrivato Morata), non riesce a vendere al miglior offerente, ma questi sono tempi difficili, i vari Dybala, Rugani, De Sciglio e Khedira.
Insomma, sulla piazza i due restano tra i migliori calciofili in attività, ma abbinati (allorquando nell’autunno 2018 Marotta fu “silurato” dalla Vecchia Signora bianconera i rapporti tra i due pare si siano raffreddati) rendono meglio. Ma sarà davvero così?
Stefano Mauri