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Maurizio Borghetti, medico radiologo: sui tragici dati dei decessi da Covid 19 qualche elemento di perplessità c’è…

Da Crema, dove è in trincea nella lotta al maledetto virus, Borghetti si fa ancora sentire

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Medico radiologo in trincea nella lotta al Coronavirus ormai quasi da un anno, Maurizio Borghetti, come sempre diretto, chiaro e senza tanti giri di parole, via social è tornato appunto a commentare i dati, nella fattispecie quelli tragici riferite alle vittime da Covid 19, relativi alla diffusione del maledetto virus in Italia. Ecco il suo commento …

Martedì scorso 8 dicembre è stato il 28° giorno con decessi Covid sopra i 500. Nella prima fase dell’epidemia, dopo il 28° giorno con analogo ‘report”, i decessi hanno iniziato a scendere. Confidiamo pertanto che sia così anche stavolta.

Premesso che i deceduti rappresentano comunque un fatto triste (fosse anche uno solo) se si vuole essere sinceri e senza ipocrisia si deve ammettere come sia diverso l’impatto sull’angoscia popolare di questo (purtroppo lungo) periodo in base al differente numero comunicato, giornaliero e/o complessivo. E su questo numero qualche elemento di perplessità a mio parere c’è.

L’ISS afferma che vengono seguiti i criteri WHO e OMS, vale a dire:

  • Tampone molecolare positivo
  • Quadro clinico e strumentale suggestivo di Covid-19
  • Assenza di una chiara causa di morte diversa dal Covid-19
  • Assenza di periodo di recupero clinico completo tra la malattia e il decesso.

A parte che, in assenza di una Tac che stabilisca la presenza di una polmonite sospetta/certa, tutto il resto non sempre ha correlazioni inequivocabili (visto e considerato che il SARS-CoV-2 inizia ad essere pericoloso quando attacca i polmoni) dalla circolare ministeriale che ho riportato sembra che nei bollettini della Protezione Civile in realtà finiscano nell’elenco dei deceduti Covid quelli con tampone positivo. E con una risposta a Lucia Annunziata su RAI3 dell’altro giorno, il Coordinatore del CTS governativo, dott. Miozzo, è parso non dire il contrario.Inoltre, se è vero che in questa fase gli effetti dannosi del virus si sono distribuiti più estesamente nella Penisola, è altrettanto vero che, probabilmente proprio per questo, si è potuto assicurare a tutti (indipendentemente dall’età) la possibilità di intervento con ventilazione non invasiva e invasiva (T.I.) come costatato personalmente, ma anche come dichiarato sui media nazionali da diversi responsabili sanitari italiani. Anche questo un po’ stride con l’elevato numero di decessi fornito.Quello che potrà offrire maggiori indicazioni sulla reale incidenza del SARS-CoV-2 nel computo dei decessi in Italia sarà probabilmente la variazione rispetto alla media degli anni precedenti (ricordo circa 1700 al giorno) calcolo effettuato dall’ISTAT nella prima parte dell’anno e che verrà aggiornato presumibilmente a gennaio con riferimento a questo periodo.Nel frattempo ‘accontentiamoci’ di vedere in discesa i diversi parametri dell’epidemia (ricoveri e T.I.) sia qui che nel resto del Paese così come sapere che numero e gravità delle tac positive per Covid sono da queste parti sempre in maggiore calo. E da gennaio partono i vaccini. Siccome i primi a riceverlo pare saremo noi sanitari … se vedete che non abbiamo complicanze fatelo anche voi quando vi tocca.Non facciamoci intanto rifregare come questa estate… Manteniamo quindi attenzioni e precauzioni pur riprendendo a vivere e a restituire quanto prima a tutti la indispensabile possibilità di lavorare.

Dai Burdèl che ghe la fèm …

Così postò sulla sua pagina Facebook Maurizio Borghetti, DocRock d’Italia e preziosissimo, autentico punto di riferimento e faro della comunicazione scientifica in questi tempi di grave emergenza sanitaria.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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