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Giallo di Garlasco ancora senza colpevoli, si torna in aula l’8 ottobre

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Il 13 agosto 2007 la giovane fu trovata morta in fondo alle scale della sua villetta. Unico indagato è da allora il fidanzato, Alberto Stasi, già assolto due volte e ora di fronte ad un nuovo processo d’appello: il 22 settembre è previsto il deposito di tre perizie che saranno decisive per la sua sorte.

alberto stasi

Aveva 26 anni Chiara Poggi quando fu uccisa il 13 agosto 2007. Fu allora che cominciò il giallo di Garlasco che, sette anni più tardi, è più che mai ancora aperto.

VIVE ANCORA CON NOI- La famiglia della ragazza è tornata a vivere nella villetta del delitto, in via Pascoli. Sua madre Rita ha lasciato la cameretta così com’era. Anzi, ha precisato ai cronisti, prima di imbiancare i muri «abbiamo fotografato la cameretta di Chiara per poter rimettere tutto a posto esattamente dov’era». Libri, peluche, fotografie, tutto in ordine come un tempo. Come se il tempo non fosse mai passato.

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IL GIORNO DEL DELITTO- Il 13 agosto 2007, ha ricordato Rita in un’intervista al Corriere della Sera: «Io e un’amica passeggiavamo, mio marito faceva un giro più in quota con degli amici. Mi chiamarono i carabinieri… Arrivai a un distributore di benzina che non sapevo cosa fare. La proprietaria smise di lavorare e mi aiutò mentre il soccorso alpino cercava mio marito. Sono tornata l’anno dopo dalla signora del distributore con una foto di Chiara in regalo. È stato un momento emozionante».

LA MORTE DI CHIARA- A Garlasco, poco prima delle 14, due carabinieri entravano in casa loro, una strada a fondo chiuso, avvertiti dal fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, il qualche aveva riferito che sulle scale che portavano in cantina, giaceva il cadavere della ragazza. Dentro c’era sangue ovunque. La vittima aveva il cranio fracassato. Con cosa non si sa: l’arma non fu mai ritrovata.

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I SOSPETTI- Due settimane più tardi i sospetti si addensarono su Alberto. Indizi, più che altro: sui pedali della sua bicicletta erano state trovate tracce di dna di Chiara. Sembrava di sangue. Il tono della telefonata d’allarme di Alberto parve agli inquirenti troppo distaccato. Ancora, non aveva evidenti tracce di sangue sotto alle scarpe pur essendone la stanza piena. Infine, pareva non avere un alibi. Fu arrestato. Si ipotizzò che i due avessero litigato per via delle immagini pedopornografiche che, sostenevano gli investigatori, erano state trovate sul suo pc.

IL PRIMO GIUDICE- Ma il gup Stefano Vitelli non convalidò l’arresto. Dopo aver chiesto quattro accertamenti, scrisse che il pc di Alberto era stato compromesso dalle prime manovre dei carabinieri. E che dai “metadati” risultava che il giovane ci avesse lavorato dalle 9,35 alle 12,20, chiamando nel contempo l’abitazione di Chiara. Quando poteva averla uccisa? Non riscontrò moventi. Il dna sulla bicicletta poteva anche non essere sangue. Infine, tracce evidenti di sangue sotto le scarpe non ce n’erano neppure in quelle dei due carabinieri e sotto i calzari del personale del 118 (tra una) entrato per recuperare la vittima.

I PROCESSI- Il 17 dicembre 2009 Stasi venne assolto per non aver commesso il fatto. L’appello confermò. La Cassazione dispose però un nuovo processo, tuttora in corso.

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L’ASSENZA DEL MOVENTE- Intanto è diventata definitiva l’assoluzione di Stasi per detenzione di materiale pedopornografico, il movente principale ipotizzato dagli inquirenti per l’omicidio, alla base della presunta lite tra fidanzati. Stasi è tornato in aula stavolta senza il padre, morto il giorno di Natale, a 57 anni.

LE TRE PERIZIE- L’appello bis passa ora attraverso tre accertamenti. Il primo sulla camminata che Alberto fece in casa di Chiara, per capire come mai il sangue non rimase attaccato alle sue scarpe. Il secondo sul capello castano rimasto nella mano sinistra della sua fidanzata. Il terzo sulla bici nera da donna della famiglia Stasi. Si dovrebbe tornare in aula l’8 ottobre.

L’ELEMENTO NUOVO- L’avvocato della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni, ha intanto depositato una memoria in cui si ipotizza che sulle due biciclette degli Stasi, una da uomo e una da donna, possano essere stati scambiati all’epoca i pedali. Un elemento che sembra non preoccupare la difesa: «Risponderemo nelle sedi opportune». L’8 ottobre si dovrebbe ritornare in aula. Alberto Stasi non sarà più accompagnato dal padre, scomparso il giorno di Natale.

e.m. per Oggi.it

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