Corrado La Forgia, vicepresidente dell’Associazione Industriali: “Bisogna puntare, nel breve, diritti sui motori a combustione interna di nuova generazione. Ed in particolare sui Diesel che, in termini di Total Impact, sono confrontabili con le trazioni elettriche”
Incentivare l’acquisto di automobili a basso impatto ecologico, senza dubbio in Italia, considerato il parco auto datato della popolazione, può rivelarsi utile a far ripartire il settore economico nazionale, fortemente in crisi a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19. E pure i Diesel di nuova generazione, sottolineiamolo, non rappresentano un pericolo per l’ambiente. Ergo meritano attenzione e incentivi. E’ questo il messaggio dell’ingegner Corrado La Forgia, vicepresidente dell’Associazione Industriali (con delega all’Innovazione) della provincia di Cremona e manager, amministratore delegato e direttore industriale della Vhit (azienda del Gruppo Bosch settore automotive) di Offanengo.
Abbiamo la possibilità di aiutare a far ripartire l’economia incentivando, tra le altre, l’acquisto di veicoli a basso impatto ecologico. Abbiamo in Italia un parco auto datato che, opportunamente sostituito, darebbe benefici enormi anche all’ambiente.
Se riuscissimo a liberarci dalle discussioni ideologiche e concentrarci sui fatti oggettivi, dovremmo puntare, nel breve, diritti sui motori a combustione interna di nuova generazione. Ed in particolare sui Diesel che, in termini di Total Impact, sono confrontabili con le trazioni elettriche.
Ma a differenza di quelli elettrici, le catene di fornitura sono già disponibili e il sistema di produzione può reagire immediatamente. Cosa che NON è vera per i veicoli elettrici, senza contare le infrastrutture.
Non si vuole fermare il progresso sostenibile. L’elettrico verrà (non solo l’ibrido) ma se si pensa che saranno disponibili e ricaricabili, in tempi ristretti, milioni di veicoli si è chiaramente nell’errore.
L’approccio razionale darebbe la possibilità di aiutare l’ambiente, ridare occupazione e ricominciare a creare risorse per gli investimenti necessari a sviluppare la trazione elettrica che, non sfugga, sono ingentissimi; e non si può solo pensare di fare debito.
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Stefano Mauri