Damiana Barsotti si sente ferita, ma aggiunge: “Sono stata trattata come un’untrice, ma non provo rancore per nessuno. Anzi, se avessero bisogno di un’infermiera sanno dove trovarmi”
Era stata accusata dai vicini di portare il coronavirus nel palazzo solo perché lavora come infermiera in un reparto covid. Ma Damiana, questo il suo nome, non ci sta: “Sono stata trattata com un’untrice, ma non provo rancore per nessuno. Anzi, se avessero bisogno di un’infermiera sanno dove trovarmi”.
LE ACCUSE – Damiana, 28 anni, è in servizio all’ospedale di Lucca, nel reparto delle malattie infettive. E qualche giorno fa ha trovato nella cassetta della posta di casa, a Capannori, un messaggio sconfortante anonimo, ma evidentemente lasciatole dai vicini: “Grazie per il Covid che tutti i giorni ci porti in corte. Ricordati che ci sono anziani e bambini, grazie”.
MAI LO AVREI PENSATO – La donna ha avvertito i carabinieri. E ha poi detto: “Ci sono rimasta male. Mi sono sentita ferita e denigrata. Sanno che faccio l’infermiera e mai avrei pensato che mi prendessero di mira per il mio lavoro”. L’Asl Toscana nord ovest le ha immediatamente manifestato solidarietà: “Si è vista trattata come un’untrice e non come un’operatrice sanitaria che giornalmente si reca al lavoro per combattere per tutti noi la difficile battaglia contro il virus”. Un caso del genere era stato registrato a fine marzo anche nei confronti di una dottoressa, con la quale l’autore di una missiva simile si era poi scusato.
COME UN’UNTRICE – Ora Damiana ha deciso di parlare in tv. A Pomeriggio Cinque si mostra e spiega tutta la propria delusione: “Sono rimasta molto male per questo messaggio, soprattutto perché quando l’ho trovato stavo rientrando dopo una notte passata a lavorare nel reparto di malattie infettive con pazienti Covid”. Ma la delusione non cambierà il suo modo di porsi con il vicinato: “Non voglio provare rabbia nei confronti di nessuno, ho visto cose terribili in questi giorni. Per questo rinnovo il mio invito: chiunque avesse bisogno di un’infermiera, sa dove trovarmi”.
Manuel Montero
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