Marianna Madia: “Leggeremo le 40mila mail dei cittadini, non taglieremo tout court i segretari comunali, riformeremo legge Fornero e ridurremo le partecipate”
«Se il Parlamento lavora bene, in sei mesi potrebbe esserci l’approvazione definitiva». Parola del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia in un’intervista esclusiva al settimanale OGGI.
QUASI 40MILA MAIL- Spiega il ministro: «All’indirizzo mail attivato per l’operazione (rivoluzione@governo.it) sono arrivate 38.049 lettere che sono state classificate e che ora saranno consultate per la stesura della Riforma», che verrà portata in Consiglio dei ministri il 13 giugno.
ASCOLTEREMO I CONSIGLI- La Madia assicura che davvero i consigli dei cittadini saranno ascoltati e che l’operazione, al pari di quella della vendita delle auto blu, non è solo propaganda: «La vendita delle auto blu era un segnale ai cittadini, per comunicare che anche la politica si dà dei limiti: una decisione simbolica importante. Nel caso delle nostre consultazioni, utilizzeremo i suggerimenti arrivati via mail per far evolvere quei 44 punti che erano semplici titoli su cui lavorare. Queste mail cambieranno davvero la Riforma».
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MARCIA INDIETRO SUL TAGLIO DEI SEGRETARI COMUNALI- E fa un esempio: «Nella lettera del 30 aprile avevamo previsto l’eliminazione dei segretari comunali. Dopo aver letto i suggerimenti arrivati via mail abbiamo capito che non vanno tagliati tout-court perché, per esempio, nei piccoli comuni costituiscono un presidio di legalità e competenze, sono indispensabili».
CONDIVIDO PUNTO DEI SINDACATI- Quanto alle critiche giunte dai sindacati e della loro proposta di aggiungere alla riforma un quarantacinquesimo punto, il rinnovo dei contratti: «Con il loro documento i sindacati hanno risposto in modo puntuale, e questo è un bene. Il 45esimo punto lo condivido: non è giusto che i contratti siano fermi al 2009, ma le risorse sono poche e in questo momento abbiamo sacrificato la contrattazione per mettere 80 euro al mese in busta paga a 10 milioni di persone. In ogni caso, incontrerò i sindacati prima del Consiglio dei ministri del 13 giugno e ci confronteremo su tutto».
COME STANNO GLI ITALIANI- L’intervista è accompagnata anche da un’inchiesta sui messaggi arrivati al governo. Prima di tutto, traspare che gli italiani sono stanchi, arrabbiati, infastiditi dagli eccessi della burocrazia e da una nebbia di regole confuse, spesso incomprensibili.
LE MAIL DI MONTI- Il settimanale ricorda che già Monti sollecitò i consigli dei cittadini: all’epoca arrivarono a palazzo Chigi 151.536 lettere, ma circa la metà di queste (per l’esattezza 71.300) non furono neppure lette.
TAGLI ALLE PREFETTURE-
Sui tagli delle Prefetture: «Ci sarà una consultazione di Anci e Regioni: non vogliamo tagliare, vogliamo armonizzare la presenza dello Stato». E sulla staffetta generazionale dice: «Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sta chiedendo con forza l’introduzione di meccanismi di flessibilità in uscita, anche nel privato. Con le percentuali di disoccupazione giovanile come le nostre non si può non farlo. Nel pubblico, in base alla Costituzione, si entra per concorso. E non ce ne sono da troppo tempo. Dobbiamo creare spazi per nuovi ingressi nella Pubblica Amministrazione».
RIFORMARE LEGGE FORNERO- Dunque si prepara una revisione della Legge Fornero? «Non parlerei di revisione», dice la Madia a OGGI. «Dobbiamo bilanciarla con altri strumenti: l’esonero dal servizio col 65 per cento dello stipendio, il part-time incentivato, la fine del trattenimento in servizio, l’“opzione donna” per le lavoratrici ma anche piccoli prepensionamenti».
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STOP ALLA BUROCRAZIA – Infine, la “sburocratizzazione”: «L’accesso a qualsiasi servizio pubblico avverrà attraverso un Pin, una sola identità digitale, la modulistica verrà standardizzata, le fatturazioni diventeranno elettroniche, i documenti amministrativi digitali. E le banche dati cominceranno a comunicare, evitando situazioni kafkiane».
RIDURRE SOCIETÀ PARTECIPATE- Proprio a proposito di banche dati: «Si è discusso tanto di società partecipate, che sono da ridimensionare e ridurre. Prima, però, bisogna censirle. Ho scoperto che lo hanno fatto due diverse banche dati, una del ministero della Funzione Pubblica e una del ministero dell’Economia. Non solo hanno dati diversi, ma il ministro della Funzione Pubblica non può consultare la banca dati del Ministero dell’Economia e viceversa. Perché in passato nessuno dei due ministri ha voluto cedere sovranità su questo. Allora ho rinunciato io alla mia, tanto avere due banche dati che non coincidono e non comunicano è come non averne. E ora nascerà la Banca dati unica, consultabile da governo e cittadini».