Poteri

Governo Pd-M5S, i video che documentano la scomparsa della vergogna dei politici

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La trappola in cui è caduto Matteo Salvini aiuta a riflettere sulle promesse e sugli attacchi politici consumati a danno degli elettori. Per Renzi, Di Maio necessitava del tso. Per quest’ultimo il Pd era un partito “affamato di soldi”. E a luglio (prima della crisi di Ferragosto) Nicola Zingaretti giurava: “Smentisco possibilità di alleanza tra PD e M5S, se c’è crisi di Governo al voto”

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Il Governo nasce sotto i migliori auspici. Dell’Europa, di cui siamo il bancomat (mentre altri truccano allegramente i propri conti). Degli Usa, proprietaria di arsenali nucleari nel nostro Paese (casomai qualcuno se lo fosse dimenticato). Dei Cinquestelle, che così potranno sopravvivere ancora tre anni. E del Pd, abituato a comandare senza vincere mai le elezioni.

Meno d’accordo sono probabilmente i «barbari», e cioè come qualcuno ha chiamato gli italiani che pensavano di votare. Barbari e «fascisti».

Perché se qualcuno vota contro gli Elevati, è barbaro. E se qualcuno la pensa diversamente dagli Illuminati che hanno il fegato di dichiararsi di sinistra, è fascista.

A nessuno di loro viene in mente che qualcuno voglia andare a votare semplicemente per pudore, per rispetto di se stessi e della propria storia. A loro viene solo in mente che si vota unicamente se si vince e si resta incollati alle poltrone.

L’uomo che ha abolito la povertà si è dunque alleato con quello che aveva abolito Equitalia. E ora che siamo tutti più ricchi e meno tartassati, come ci confermano tutti i dati, si può tornare ad andare d’accordo.

I video, d’altra parte, raccontano. Ne abbiamo selezionati alcuni dei più spassosi, tra decine e decine, per narrare questo passaggio storico, filmati che documentano più di qualsiasi altra cosa la scomparsa della vergogna dalla scena politica italiana.

Naturalmente partiamo dal capo della rivoluzione a Cinquestelle:

 

La storica frase di Beppe Grillo: “Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”

 

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Beppe Grillo: “Il Pd non sono neanche uomini. Li manderemo a casa tutti!”

 

 

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Quando Beppe Grillo diceva: “Voto subito!”

 

 

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Ma questo è niente. Sentiamo, il capo politico, Luigi Di Maio. E partiamo da lontano, in un tema di strettissima attualità, sul quale, molto presto, ci sarà da ridere.

 

Luigi Maio, 12 luglio 2017: “Di Maio: «Renzi ha venduto gli sbarchi nei porti italiani per gli 80 euro»”

 

 

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Luigi Di Maio, 29 gennaio 2019: “L’opposizione parla solo dei migranti perché ha già tradito disoccupati, pensionati e commercianti”

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Luigi Di Maio, 2 aprile 2019: “Il Pd è un parito rinato stanco e affamato di soldi”

 

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Luigi Di Maio, 18 luglio 2019: “Mai con il partito di Bibbiano”

 

 

 

Mai.

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Luigi Di Maio, 12 agosto 2019: “Nessuno vuole sedersi al tavolo con Renzi”

 

 

Nessuno.

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Non si può dimenticare un altro grande protagonista del governo gialloverde, Danilo Toninelli.

 

Danilo Toninelli e Luigi Di Maio: “Bye Bye Airbus Renzi”

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Danilo Toninelli, 9 gennaio 2019: “La credibilità di Renzi ha le percentuali di share del suo programma su Firenze”

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Danilo Toninelli, 16 gennaio 2019: “Con Renzi, De Benedetti ha guadagnato 600mila euro!”

 

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E ancora, in ordine sparso, dalla pagina Facebook del M5s: “Ecco la concezione di lavoro del PD. Facciamo vedere questo video a tutti!”

 

 

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Dalla pagina Facebook del M5s, su Bibbiano: “FATE VEDERE A TUTTI LA REAZIONE VERGOGNOSA DI ZINGARETTI”

 

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E dall’altra parte? Ecco un Matteo Renzi in gran forma, dopo le elezioni 2018: “Siamo seri. Chi ha perso le elezioni non può andare al Governo. Non possiamo uscire dalla porta ed entrare dalla finestra con un gioco di palazzo”.

 

 

Come no. D’altra parte non si era già ritirato dalla politica per “dignità” dopo aver perso il referendum?

Ma si va ben oltre.

 

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Renzi invoca il trattamento sanitario obbligatorio per Luigi Di Maio

 

 

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Maria Elena Boschi: “Che Di Maio abbia creato dei danni al Paese è innegabile”

 

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E Nicola Zingaretti? Ecco cosa diceva PRIMA della crisi ferragostana provocata da Salvini, il 17 luglio 2019: “Smentisco possibilità di alleanza tra PD e M5S, se c’è crisi di Governo al voto”

 

 

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E prima? Febbraio 2018: “M5s forza politica vecchia e pericolosa per la democrazia”

 

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Un anno dopo, febbraio 2019, ecco una sinistra profezia.

 

Zingaretti: “M5S ha venduto la rivoluzione per le poltrone”

 

 

 

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Zingaretti, 27 maggio 2019: “Se il governo cade la parola va agli elettori”

 

 

Già. E infatti siamo alle urne. La cosa stupefacente è che a credergli per primo sia stato non un elettore, non un peones della politica, ma un navigato ministro dell’Interno, esaltato e probabilmente abbagliato da consensi sempre più alti.

Ora, naturalmente, un tempo gli idealisti si facevano ammazzare piuttosto che abiurare. In una democrazia sana i contendenti andrebbero al voto piuttosto che cambiare tutto il giudizio, ma proprio tutto, sul proprio avversario pur di governare.

Andrebbero al voto sapendo che ci sono una storia e una dignità personale da difendere. Ci sono impegni, frasi, parole e fatti da giustificare. Perché al limite si perde. E si cerca di convincere nuovamente l’elettorato della forza delle proprie idee, in attesa dell’alternanza democratica.

In Italia no. Si è più, come dire, flessibili.

Però qui le idee sono cambiate nel giro di 15 giorni. Quindici.

La domanda è: ma alle prossime, imminenti, regionali chi potrà credere ad una promessa o ad un attacco politico?

Chiunque, sentendo un candidato Pd e Cinquestelle inveire e sbraitare contro un altro, sarà ora legittimato a dire: «Sì, ma sta scherzando. Dagli una poltrona e fallo contento».

Basta vedere cosa sta succedendo sul profilo Twitter di Beppe Grillo, dove la rivolta dei suoi elettori è già cominciata:

 

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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