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Morgan, lo sfogo choc: “Mi pignorano la casa. Mi trattano come un assassino”

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Il 5 giugno la forza pubblica lo metterà fuori casa, venduta all’asta dopo l’azione promossa dall’ex moglie Asia Argento. Il cantante: “Questa casa è l’unica che ho e me la sono pagata con i risparmi ricavati dalle serate come pianista e cantante”. Morgan vorrebbe un’ultima possibilità: “Vorrei chiedere a chi l’ha comprata per pochi soldi di rivendermela e lasciarmi dentro”

 

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Brutto momento per Morgan. Il cantante, a 48 anni e con una lunga carriera alle spalle, resterà senza casa a partire dal 5 giugno, quando saranno le forze dell’ordine a farlo sgomberare, dato che la sua abitazione, pignorata per un’azione legale portata avanti dall’ex moglie Asia Argento è stata venduta all’asta.

IL PADRE – Racconta la sua vicenda al quotidiano Libero, cui spiega il rapporto con il padre falegname il cui ricordo e la cui mancanza hanno “generato un vuoto dentro di me che non ha fine”. Quanto al padre che è in lui, per le figlie “vorrei essere presente sia materialmente che spiritualmente. Materialmente a volte sono stato lacunoso, ma spiritualmente rappresentano da quando sono nate l’essenza di ogni mia ispirazione artistica”.

 

Il dramma di Morgan: “Mi pignorano la casa, dormirò sul marciapiede”

 

LE MAMME – La sua situazione è quella che vivono tanti padri separati. Morgan, delle sue ex, sostiene: “Asia e Jessica, le mamme di Anna Lou e Lara, sono anche loro persone con una inquietudine profonda, ma sono buone. Ogni madre ha un ruolo decisivo nella crescita dei figli, soprattutto quando la figura del padre è così ingombrante e spesso lontana fisicamente”.

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GLI ERRORI – Ritiene di essre una persona che sbaglia e riconosce i propri errori, ma “ho sempre pagato sulla mia pelle gli sbagli commessi. La critica che posso farmi è quella di avere mancato molte occasioni per stare assieme”.

FIGLIE D’ARTE – Però non esclude che le figlie seguano il suo stesso percorso nella musica: “Anna Lou e già un’ artista e ha preso il meglio di sua madre e mio. Lara è troppo piccola, ma certamente anche in lei esiste una sensibilità artistica importante”.

Morgan: Canzoni dell’Appartamento – GUARDA

LO SFRATTO – Ritiene lo sfratto legalmente giusto, ma “profondamente sbagliato. La mia casa è stata svenduta all’asta. Questa casa è l’unica che ho e me la sono pagata con i risparmi ricavati dalle serate come pianista e cantante che ho iniziato a fare regolarmente due o tre giorni alla settimana a sedici anni, mentre andavo al liceo. Ho iniziato a lavorare da subito perché ne avevamo bisogno in famiglia; mio padre ci aveva lasciati in una situazione disastrosa a me, a mia mamma e mia sorella”.

 

 

COME UN ASSASSINO – Rammenta di aver costruito i mobili con le sue mani, memore degli insegnamenti del padre falegname, di averla insonorizzata e che si tratta del luogo dove ha inciso, composto e scritto: “Trovo pazzesco non avere la possibilità di poter rimediare. Vengo trattato alla stregua di un assassino a cui viene tolta la libertà per sempre”.

ULTIMA POSSIBILITÀ – Morgano vorrebbe chiedere un’ultima possibilità per recuperare l’abitazione, un aiuto proprio alle mamme delle sue figlie “prima di tutto. Ad Asia, con cui siamo in buoni rapporti e che è stata la causa principale, con un pignoramento, di tutto il procedimento giudiziario. Vorrei chiedere a chi l’ha comprata per pochi soldi di rivendermela e lasciarmi dentro”.

IN MEZZO ALLA STRADA – Sostiene infatti che ci siano amici pronti ad una cordata per fargli avere i soldi necessari per riaverla. Si dice disperato e spiega che nemmeno riesce ad affittare un nuovo appartamento, perché “appena sentono che è per me, non proseguono nemmeno nella trattativa. Morgan è un nome pesante da avere in casa, e nessuno se la sente di affittarmi casa. Inoltre il pignoramento e lo sgombero rappresentano un fatto grave che mi rende economicamente inaffidabile”. Quindi, quando sarà sbattuto fuori “dormirò sul marciapiede davanti alla mia casa come un cane che non vuole abbandonare la propria dimora. Nella mia casa c’è tutta la mia vita, umana e professionale. Strumenti, opere, emozioni: io non la lascerò mai. È la casa che voglio che venga poi data alle mie figlie”.

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