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Lino Banfi e la malattia della moglie Lucia: “Se un giorno non mi riconoscesse più? Vorrà dire che ci presenteremo di nuovo”

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L’attore racconta la lunga vita passata accanto alla donna che ama e le difficoltà che vivono insieme per i problemi neurologici della donna in un matrimonio che dura da 57 anni. Dalla fuga d’amore alla lontananza per la difficile scelta di fare l’attore: l’amore sopra ogni cosa

 

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Lino Banfi parla della sua vita e dell’amore con la moglie Lucia cui è legato da 67 anni, dieci di fidanzamento e 57 di matrimonio. Dalle fughe d’amore fino alla malattia della donna, affetta da problemi neurologici: “Un po’ di tempo fa mi ha chiesto: “E se un giorno non ti dovessi più riconoscere?”. Le ho risposto stringendola: “Vorrà dire che ci presenteremo di nuovo””.

SENZA SOLDI- L’attore si racconta in un’intervista al nuovo 7, il magazine del Corriere della Sera. Ricordando gli esordi difficili da giovanissimo attore perennemente al verde: “A diciassette anni decisi di seguire una compagnia teatrale. Lucia rimase a Canosa. Ogni tanto ci scambiavamo una lettera. Lei mi mandava qualche soldo. Era parrucchiera e io avevo sempre bisogno di quattrini. A Milano facevo una vita miserabile. Dormivo nei treni fermi in stazione coprendomi con un cartone. Mangiavo quel che capitava: per un periodo riuscii a ingannare un macellaio fingendomi nordico per chiedere gli scarti di polmone da dare al gatto. Ma in realtà li mangiavo io. Quando un vicino gli disse che ero pugliese, mi cacciò via dicendomi “torna nella giungla, scimmia”. Mi feci pure togliere le tonsille per poter trascorrere qualche giorno in ospedale con pasti caldi gratis”.

LA FUITINA- Una situazione economica devastante. Tanto che quando, nel 1961, dopo aver iniziato a lavorare in qualche teatro, chiese la mano della figlia a Michele, il padre di Lucia, la risposta fu un secco no. Non solo: “in seguito mi dissero che voleva ammazzarmi”. Da lì la decisione drastica dell’epoca: “La fuitina. Scappammo su una macchina presa in affitto. Passai a prendere Lucia e le chiesi: “Hai portat u librett?”. E lei: “Non l’ho trovato”. U librett era il libretto di risparmio a suo nome con dentro un milione di lire. Contavo su quel denaro per cominciare la nostra vita a Roma”.

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IL MATRIMONIO- Così, ottennero di sposarsi, soli, alle sei di mattina in sagrestia: “Nel 2012 abbiamo celebrato le nozze d’oro, benedetti da Papa Ratzinger e circondati da amici celebri”. Ma non è stato facile per nulla. A partire dal trasferimento a Roma, con i soldi prestati da zingari usurai, le cambiali firmate per un negozio da parrucchiera di Lucia, i problemi di Rosanna, la primogenita, dovuti alla malnutrizione. Finì, che grazie all’aiuto di un parlamentare democristiano amico del padre, Lino accettò di fare un colloquio per andare a lavorare in banca.

 

Lino Banfi, insieme a Lucia da 57 anni. Ma la moglie, affetta da problemi neurologici: “Non mi arrendo. La seguono i migliori medici”

 

LA SVOLTA- Ma non iniziò mai: “La notte prima del colloquio io e Lucia restammo svegli fino alle tre di notte. Sentendomi rassegnato, lei mi prese la mano e disse: “Non mi va di avere accanto un marito triste con un lavoro che non vuole fare. Continua il tuo percorso d’artista!”. Non è stato facile sentirselo dire da una donna che aveva passato tutto quel che aveva passato. Lo sa? Ancora oggi che non sta bene, prima di addormentarsi cerca la mia mano per stringerla. Avrebbe meritato di stare più tranquilla, invece… Il resto è storia nota”.

NESSUNA GELOSIA- Ovvero la lunga serie di commedie all’italiana che lo resero famoso accanto alle donne più belle del cinema italiano. Lucia non fu mai gelosa: “Mi rispetta e io ho sempre rispettato lei. Ho sempre avuto la sapienza della rinuncia, che nel nostro ambiente non è cosa facile. Lucia si merita tutto”.

 

 

LA MALATTIA- Ora lei è malata. Problemi neurologici, confida lui: “Dimentica un po’ di cose, non ricorda. Ma poi è anche cosciente e presente”. Pur di starle vicino ha rinunciato ad un film e ad un festival: “Non mi arrendo. La seguono i medici migliori. Voglio arginare la malattia. Le sto provando tutte. E quando posso la faccio ridere”.

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