Secondo le indagini Kyra Kole faceva aprire la partita iva per massaggi dietro i quali si nascondevano però rapporti sessuali. Dopo aver lavorato in tv e fatto alcuni calendari sexy, Kyra lavorava soprattutto come dj
Nel centro massaggi di Kyra Kole, ex soubrette di Ciao Darwin, si nascondeva un giro di prostituzione, dove le escort emettevano fattura. È quanto avrebbero appurato i carabinieri di Seregno, arrestando la donna per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
LA STORIA- Il centro massaggi si trova a Carate Brianza. Le indagini sono partite nel dicembre 2018 sulla base di molte segnalazioni “sull’insolita presenza, sistematica e quotidiana, di clienti interessati ai servizi del centro”. Kyra Kole, registrata come lavoratrice autonoma nell’ambito dei servizi alla persona, secondo le accuse avrebbe “creato un’attività imprenditoriale per favorire e sfruttare la prostituzione di altre donne dalle quali tratteneva circa il 50% degli incassi prestazionali”. Sono stati sequestrati due conti correnti e “varia documentazione comprovante l`attività illecita, il cui volume d`affari è stimato in circa 70mila euro l’anno”.
LA SOUBRETTE- Kyra Kole, nome d’arte di Edyna Greta Gyorgy, 34 anni, ungherese, è nota in Italia per le sue partecipazioni a Ciao Darwin, per la collaborazione con i Gemelli Diversi e per alcuni calendari sexy. Negli ultimi anni lavorava soprattutto come dj, anche se a gennaio era stata eletta playmate del mese dall’edizione spagnola di Playboy.
LA PROSTITUZIONE- La pubblicizzazione del centro avveniva su siti di incontri senza alludere a prestazioni sessuali, anche se lo si poteva intuire dai commenti degli utenti. Le massaggiatrici con partita iva erano di varie nazionalità, italiane comprese, di età oscillante tra i 18 e i 40 anni.
All’interno del centro sarebbero state monitorate con telecamere e con messaggi Whatsapp per rendicontare gli incontri: 120 euro l’ora per un massaggio “completo”. Metà degli incassi sarebbero andati a Kyra. Ad un’amica che le chiedeva informazioni, rivela il Corriere della Sera, aveva spiegato che le professioniste pagavano un affitto mensile per le stanze: “Io lavoro così, faccio solo cose in regola”.
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