Tra due giorni saranno cinquant’anni dal primo delitto del Mostro di Firenze, l’uccisione di Antonio Lo Bianco e Barbara Locci a Signa
Per la giustizia italiana il caso del mostro di Firenze è da considerarsi parzialmente chiuso nel 2000, con la condanna definitiva, quali esecutori materiali degli ultimi quattro duplici omicidi della serie, dei “compagni di merende”, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Il più famoso del gruppo, Pietro Pacciani, assolto in appello e morto prima del terzo grado, rimane giudiziariamente innocente.
Restano non chiarite le responsabilità nei primi quattro delitti e soprattutto ancora ignoti i membri della misteriosa “setta” esoterica che, secondo la sentenza, avrebbero ricompensato i “compagni di merende” in cambio di parti anatomiche delle donne uccise, brutalmente escisse dai loro cadaveri.
Così, il caso del Mostro continua a far discutere, col fiorire di ipotesi alternative, l’ultima delle quali identifica nell’assassino un altrettanto famoso serial killer americano, mai catturato e sconosciuto, “Zodiac”, che avrebbe ucciso durante il suo soggiorno in Italia.
La notizia può apparire mirabolante ma ricordiamo che l’amico Gian Luca Margheriti, nel suo “Lettere dall’Inferno”,ipotizza, con precisi e documentati riscontri, qualcosa di simile riguardo al caso di Jack lo Squartatore.
Sulle altre soluzioni del caso del Mostro di Firenze sono intervenuto in due articoli su Fronte del Blog: Il caso del Mostro di Firenze: le altre verità, e Il caso del Mostro di Firenze e Il metodo scientifico: dell’equazione di Volterra ai profili del serial killer.
Quest’ultimo ha fornito spunto per il romanzo, appena pubblicato, AL TEMPO DEL MOSTRO.
Reperibile qui in ebook, e qui in cartaceo.
L’idea che il Mostro fosse ( o è?) smascherabile solo con metodi straordinari ha sempre covato in me.
Così mi è sgorgata la figura di Lorenzo Medici, protagonista di AL TEMPO DEL MOSTRO.
“Secondo i calcoli di Lorenzo, sbalorditivi anche per il collega quando glieli aveva mostrati, quella quantità di massa, collassando sino a formare il buco nero, produrrà un gioco illusionistico tipico della meccanica quantistica.
La freccia del tempo nell’area attorno alla singolarità si invertirà, cosicché il terminale della sonda traccerà le “sparticelle” al confine dell’orizzonte degli eventi circa due secondi prima che si generi il “tiny black hole”. Chi assisterà all’esperimento non si accorgerà di nulla. Vedrà il terminale avvicinarsi al recover del generatore di flusso muonico, contenente il rame, e arrestarsi alla distanza critica. Dopo due secondi il rame verrà risucchiato nel nulla.Tuttavia in quel momento il sistema di rilevazione, tarato per funzionare nel tempo esatto, risulterà aver iniziato a registrare i dati quattro secondi prima.
Hanno fissato la prova fatidica per il giovedì successivo, e Lorenzo freme d’impazienza.
La sua trepidazione non dipende solo da questo. Il giorno prima Sartori, emozionatissimo, gli ha comunicato di aver scoperto come superare l’ostacolo più difficile nel predisporre quella che entrambi chiamano “trappola matematica per il “Mostro”. Finora sono riusciti a trovare solo una soluzione approssimata al groviglio di equazioni che determina gli intervalli temporali tra un delitto e l’altro .
I calcoli indicano che il serial killer colpirà nel prossimo mese di luglio. Il buon senso suggerisce che sarà in un fine settimana ma non si sono messi in quell’impresa per “sporcarla” con valutazioni non rigorose.
Hanno bisogno che dalle formule esca una data precisa. Ricavare dalla data il luogo, per l’interrelazione spaziotemporale, sarà relativamente facile. Conoscere in anticipo quando e dove il serial killer colpirà sembra non esser più una speranza, ma un obiettivo a portata di mano.
Lorenzo non ha difficoltà a riconoscere i meriti di Sartori. La sua conoscenza delle equazioni di Volterra sta dando un contributo decisivo al raggiungimento del risultato.”
Rino Casazza