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Nina Soldano: “L’angelo custode mi ha salvata tre volte da morte certa”

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nina soldanoTenace, forte, determinata,   entusiasta della   vita e del lavoro: Nina Soldano, 51 anni portati   in maniera splendida, toscana   di nascita, pugliese di origine e romagnola di adozione, ariete   purosangue, è uno dei volti storici  di Un posto al sole, la soap   girata all’ombra del Vesuvio, in   onda tutte le sere su Rai Tre alle 20.40 con immutato successo. Il   suo personaggio, Marina Giordano,  è tra i più amati e seguiti.   La incontriamo al bar del Centro   di produzione della Rai di Napoli   per parlare del suo rapporto con la   fede, della sua carriera e della sua   vita privata.

Nina, sei credente?  

«Sì, anche se il mio rapporto con   la fede e con la religione è particolare   in quanto la fede è dentro   di me, unicamente dentro di me.   Ad esempio mi capita spesso in   giornate più o meno tranquille di   andare in chiesa e vivere la mia   fede in assoluto silenzio. Non sono   di quelle che vanno in chiesa ogni   domenica, ma ci vado nei momenti   più impensabili o imprevedibili,   da sola, in compagnia, mentre sto   camminando per fare una passeggiata…   il più delle volte mi capita   a Napoli, dove sono impegnata da   anni con le riprese di Un posto al   sole: mi ritrovo spesso a visitare   una chiesa che è lì, a due passi dal   Centro Rai. Tra una convocazione   di set e un’altra mi reco all’insaputa   di tutti, finora nessuno dei miei   colleghi sapeva, adesso capiranno   dove vado quando mi allontano di   nascosto» .

Pensi che esista davvero l’angelo   custode?  

«Certamente, credo fortemente nell’angelo custode, anzi, sono   convinta che il mio angelo custode   in tre momenti particolari della   mia vita mi abbia salvata da morte   certa e il fatto che io sia ancora qui   a parlarne con voi è la prova tangibile   che esiste».

Hai un santo protettore?  

«Sì, il mio santo protettore è   Sant’Antonio da Padova, morto   all’età di 36 anni: si festeggia il 13   giugno ed è considerato dalla Chiefortemensa   il Santo dei miracoli, un grande   maestro spirituale, un dottore   evangelico, anche perché di lui si   narrano grandi prodigi miracolosi,   sin dai primissimi tempi dalla sua   morte e fino ai nostri giorni».

Sei devota a qualcuno?  

«A mia nonna Antonina. Io ho   ereditato il suo nome, ma non   l’ho mai conosciuta perché è morta   prima che io nascessi, non so   per quale ragione fin da piccolala cercavo sempre, obbligavo i   miei genitori a raccontarmi la sua   vita, ho addirittura una sua foto   di quando era ragazza che porto   sempre con me. Insomma, sono   sempre stata legata a lei e so che   se il mio percorso di vita è andato   nel verso giusto, in parte lo devo a   lei, di questo ne sono più che certa.   La chiamo spesso, parlo con   lei a voce alta e puntualmente mi   risponde, è una sensazione strana,   difficile da raccontare, eppure la   sua presenza c’è».

Sei legata anche a Padre Pio?  

«Sì, di San Pio conosco tutto il   suo percorso, la sua storia, i suoi   miracoli e la sua condotta di vita,   e continuo a rimanerne affascinata,   sono anche andata a San Giovanni   Rotondo a fargli visita e lì ho provato   delle sensazioni incredibili e   commoventi».

Preghi durante la giornata?  

«Prego spesso, il mio è un rito da   tantissimi anni ormai. In camerino,   ad esempio, in un cassetto, ho il   rosario che spesso tocco prima di   andare in scena. Come dice Papa   Francesco, il rosario è la medicina   dell’anima. Mentre la sera, prima   di addormentarmi, prego sempre,   ringraziando il Signore della giornata   andata nel verso giusto».

Passiamo al lavoro, da dieci  anni sei Marina di Un posto al sole, contenta?  

«Contentissima, sembra ieri che   ho iniziato! Per me la soap è come   un figlio che sta crescendo bene.   Marina è unica, è il Vesuvio di   Napoli, la sua lava esplode all’improvviso,   ha grandi slanci d’amore   e di passione, ma è anche un’arrampicatrice   sociale, una mangiatrice   di uomini, ambigua, spigolosa, pervasa da mille inquietudini.   Marina mi fa tenerezza, è un bel   fumetto».

Ti rispecchi in lei?  

«No, il personaggio non mi appartiene,   perciò devo lavorarci un   bel po’ per renderlo veritiero. Marina   va in décolleté, cucina con i   tubini, è truccata anche quando   dorme; Nina sta in casa struccata,   in tuta e scarpette da ginnastica,   prega tanto ed è poco mondana.   In una sola cosa siamo simili: entrambe   siamo dirette e se siamo   attaccate in qualcosa di personale   azzanniamo per difendere i nostri   affetti».

Ora Marina sta vivendo una   fase delicata…  

«Sì, sta soffrendo molto, è appena   morto Giorgio, colpito da un infarto;   il mio personaggio diventerà   più duro e determinato, affilerà gli artigli dopo quest’ennesima batosta.   Adesso comincerà una guerra   all’ultimo sangue contro Roberto   Ferri. Marina è forte e, come   un’araba fenice, risorgerà dalle   proprie ceneri… io mi emoziono   tanto nell’interpretarla!»

Come ti trovi sul set?  

«Benissimo, il Centro di Napoli   è una fantastica isola felice, si lavora   per un unico prodotto senza   capricci né forma di divismo, spesso   tra di noi ci vediamo in privato,   quando si verificano le occasioni   per fare delle lunghe tavolate ci   siamo tutti ed è un vero spasso».

Come ti spieghi il successo della   soap?  

«Un posto al sole rispecchia   la vita di tutti i giorni, tratta temi   attuali, di cronaca e strettamente   legati alla quotidianità, inoltre il   pubblico si accorge che tra di noi   c’è complicità e affetto. Sul set c’è   grande stima e rispetto reciproco,   si respira una buona aria. Direi   dolce e frizzante, a seconda delle   stagioni».

Hai esordito con Renzo Arbore,   nella trasmissione Indietro   tutta, che ricordi hai?   «Bellissimi e indimenticabili, ero   agli esordi e fui scelta come Miss   Sud, mi trovai in un contesto fantastico   capitanato da Renzo, che   mi ha dato tanti insegnamenti validi,   mi diceva di essere sempre me   stessa e di non fingere. Quando entrava   in scena, anche se era stanco,   aveva il grande pregio di saper trasmettere   una forte carica a tutti, era   allegro, solare, divertente, raccontava   barzellette, creava una grande   empatia, per me è stata un’ottima   scuola. Dopo il programma si andava   tutti a mangiare una pizza e a   commentare la puntata. Da allora   sono passati 30 anni, ho lavorato   tanto e sono riuscita a diventare un   personaggio televisivo e un volto   Rai».

E Pippo Baudo?  

«Mi ha voluta a Fantastico ed è   stata un’esperienza unica! Pippo è   esigente, attento, severo, perfezionista,   un gran signore. Ho avuto   due maestri eccezionali, Renzo era   più protettivo, uno zio del cuore,   Pippo era più distaccato, un papà   severo. La Rai per me è stata una   mamma affettuosa, mi ha aperto le   sue porte subito e mi ha coccolata ».

Ricordi il tuo primo provino?  

«Sì, fui convocata da Enrico Maria   Salerno agli Studi De Paolis. Fu   un bel provino con tanto di costume   di scena, macchina da presa e   un teatro già allestito per la scena   come se fosse un vero giorno di   set. Ero vestita da Piero Tosi, grande   costumista, indossavo un abito   della Cardinale nel Gattopardo, fu   una vera emozione. Mi sembrava   di morire, non sentivo più le gambe   e il cuore era in gola. Ma Salerno   fu talmente abile che riuscì   a sbloccarmi. Vinto il provino su   parte venni poi ingaggiata per la   primissima fiction dal titolo Disperatamente Giulia». 

Festeggi anche tre anni di fidanzamento,   come procede la   tua bellissima storia d’amore?   «Benissimo, alla faccia di chi ci   vuole male, sto da tre anni con Teo   Bordagni (manager torinese 38   anni, ndr). Penso di aver trovato   la persona giusta, Teo è tranquillo,   divertente, cucina benissimo, mi   prepara delle cenette fantastiche,   è una persona equilibrata, ironica,   instancabile, forte e protettiva.   Ha dodici anni meno di me, ma in   molte occasioni è lui quello più   maturo».

Che rapporto hai con i social   network?  

«Stupendo, sono sempre presente   quando il tempo me lo permette.   Mi fa piacere stare a stretto   contatto con il pubblico, con i fan,   renderli partecipi non solo del mio   pubblico, ma anche del mio privato.   Diciamo che è il mio modo per   ringraziarli del loro affetto telematico».

Un ruolo che vorresti interpretare?   «Un’eroina dell’800, mi piacerebbe   indossare costumi pomposi,   corpetti di pizzo, girare in carrozza   e immergermi in un periodo storico   diverso dal mio».

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Antonio D’Addio per Miracoli


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