I milanesi riscoprono le mete dei viaggi di nozze dei genitori, tra i laghi e le prealpi lombarde. I romani tornano sulle colline dei castelli. Chi ha il mare a portata di mano, dall’Adriatico al Tirreno, abbandona le mete esotiche per la spiaggia a chilometro zero. Si riaprono o si affittano le case vacanze di famiglia, comprate negli anni del boom nelle località di villeggiatura più vicine.
MEGLIO IL BUON CIBO– È questo uno dei tanti effetti della crisi: il ritorno del turismo dietro casa. Che salva il relax, il buon cibo e soprattutto il portafoglio. L’estate scorsa quasi un italiano su quattro ha scelto di passare le vacanze nella propria regione, come riferisce uno studio di Ecotour con Coldiretti. E quest’anno il trend si rafforzerà. Lo confermano i dati di Subito.it, primo sito italiano di compravendite con 6 milioni di utenti al mese: il canale dedicato alle case per le vacanze cresce costantemente e ha fatto registrare il 12 per cento di annunci pubblicati in più nel 2013, insieme a un incremento di dieci punti nelle visite.
LE METE PREFERITE DA CHI AFFITTA– «Al momento abbiamo in linea circa 46mila annunci, che toccheranno quota 90-95mila nel periodo tra luglio e agosto», spiegano gli esperti di Subito.it a Vero, «quanto alle ricerche per area geografica, la riviera romagnola guida il gruppo con una crescita del 30 per cento in un anno». Bene anche la Liguria (più 26 per cento), scende invece la Sardegna. Le province più cliccate dai vacanzieri che preferiscono l’appartamento in affitto all’albergo sono Ravenna, con un balzo verso l’alto del 63 per cento, e Rimini (più 30). Nel dettaglio, la località più ricercata è Cattolica (più 68 punti) in provincia di Rimini.
Ma anche i piccoli borghi dell’interno, le pittoresche frazioni, le località lacustri, i parchi regionali e perfino le fattorie, frettolosamente dimenticati, si (ri)fanno belli per i vacanzieri. Naturale che l’offerta si organizzi: «Con noi i turisti scoprono il lato più genuino e nascosto dei paesi, dove sono considerati veri “cittadini temporanei”», spiega a Vero Valeria Zangrandi, responsabile della comunicazione per la rete no profit che collega i duecento Borghi Autentici d’Italia. «I viaggiatori», prosegue Zangrandi, «possono scegliere di essere affidati a un “tutor dell’ospite” che fa loro da cicerone, accompagnandoli a scoprire il meglio che il borgo offre ai suoi abitanti, come assaporare le specialità locali, visitare i monumenti e scoprire i panorami più belli».
I BORGHI- Insomma, il massimo della genuinità: da Saluzzo, centro delle Langhe che partecipa al progetto “borghi della felicità”, fino a Meltignano, uno dei Comuni del “Salento autentico” e patria riconosciuta della taranta, da Orroli, il paesino sardo della “lunga vita”, a Fara San Martino, la capitale mondiale della pasta, arrampicata nel Parco della Majella. E sono solo quattro esempi scelti tra i duecento campanili con il marchio delle “Comunità Ospitali” proposte dal Bai Tour, l’agenzia collegata all’associazione. «Si tratta di soluzioni di vacanza adattabili alle preferenze dei viaggiatori, fatte per staccare una settimana, oppure per concedersi un week end lungo. Il nostro utente? Ha voglia di farsi coinvolgere, di chiacchierare, è attento all’ambiente e alla sostenibilità», aggiunge l’esperta che abbiamo incontrato nel padiglione dedicato al “turismo consapevole” a Fa’ la cosa giusta, l’undicesima fiera degli stili di vita sostenibili.
NOVE GIORNI DI VACANZA– Intanto, chi parte lo fa per periodi più brevi. Secondo l’Istat, quasi tre italiani su dieci hanno ridotto il periodo di permanenza lontano da casa, con prenotazioni che oggi in media coprono 9,2 notti contro le 12,8 del 2010. Anche se il 66 per cento non rinuncia alla vacanza estiva, scende considerevolmente il budget di spesa che per una famiglia di tre persone non va oltre i 1.500 euro. E nel 2014 sette italiani su dieci sono intenzionati a spendere meno che nel 2013. Una dritta per risparmiare? Utile è la prenotazione in anticipo: secondo il rapporto sull’ecoturismo messo a punto da Ipr Marketing con la fondazione Univerde, il 35 per cento dei vacanzieri lo fa da due a quattro mesi prima di partire.
Matteo Cislaghi per Vero