Allora Sinisa Miahjlovic (nota a margine: fino a qualche anno fa era considerato uno dei migliori tecnici sulla piazza, ma da qualche mese è in regressione e pare essersi perso, ndr) non è più l’allenatore del Torino. Fatale per lui è stato l’ennesimo derby, nella fattispecie quello dolorosissimo di Coppa Italia, perso malamente con la pur forte Juventus.
Una campagna acquisti avvallata ma un pochino sballata, atteggiamenti tattici poco chiari (assurdo per certi versi l’avvallarsi di un strampalato 4-2-3-1 ad un più consono, ma molle 4-3-3), dichiarazioni choc – roboanti stonate, l’infortunio lungo di Belotti: queste le colpe attribuibili a Miahjlovic, allenatore in ricerca d’autore che, qualora si ritrovasse, ecco su qualche panchina arrembante all’estero o, perché no, sulle “panche” della Lazio e del Napoli se tra qualche mese dovessero cambiare strade tecniche, beh forse non sfigurerebbe. No?
Chi al suo posto? Arriva quel Walter Mazzarri smarritosi e, ancora alla ricerca del sé stesso professionale, nelle nebbie milanesi nerazzurre dell’Inter (tanto … ormai) tempo fa.
E, o meglio, può essere l’arrapante (con Livorno, Reggina, Sampdoria e Napoli fece cosette straordinarie) in cerca di arrapamentoMazzarri il coach giusto per il Torino formato 2018 caro al presidentissimo (punta forse ad entrare in politica?) Urbano Cairo? Lo scopriremo probabilmente solo vivendo, ma il Walterone i numeri per far bene all’ombra granata della Mole, in fondo li ha tutti. Che ne dite?
Stefano Mauri