Troppo forte il Barcellona che a Torino, senza voler infierire ha così consentito alla Vecchia Signora di pareggiare, nel girone di Champions, la partita con … un 0 – 0 timido, intimorito, senza infamia e lode.
La Juventus? Rispetto all’anno scorso la rosa bianconera, orfana di Bonucci e soprattutto Dani Alves è meno completa, forte e coesa. L’impressione?
Mah … il direttore generale Marotta e il fido braccio operativo Paratici non hanno forse voluto capire che a Cardiff, nel giugno scorso, col brutto Ko nella finalissima di Champions, allorquando il Real passeggiò su una Madame terrorizzata, il ciclo d’oro juventino era finito. Ergo non cambiando direttore d’orchestra (Massimiliano Allegri) e parecchi musicisti (Lichtsteiner, Asamoah, Rugani, Khedira, Sturaro) ahimè, Marotta & Paratici si sono presi la responsabilità calcistica di buttare via, probabilmente, tempo prezioso e un’annata sportiva.
Per carità tutto può ancora succedere in Italia, ma in Europa troppe squadre (Barcellona, Real Madrid), Psg, Manchester City, Arsenal, United, Bayern Monaco) oggi sono decisamente messe meglio di una Juve ormai in fase calante. No?
Per la cronaca dulcis in fundo, ecco sin qui i nuovi acquisti De Sciglio, Douglas Costa, Howedes (oggetto misterioso) e Bernardeschi sembrano ai margini del progetto tattico caro ad un Allegri che, non per demeriti, ma essenzialmente per fisiologica usura, l’estate scorsa andava sostituito con uno tra Spalletti e Simone Inzaghi.
Le uniche new entry convincenti: Matuidi e Bentancurt misteriosamente giocano col contagocce. Perché?
Stefano Mauri